Il Sondrio calcio è di Michele Rigamonti

Il passaggio di consegne e la presentazione del nuovo presidente alla Castellina. Si spera nella ripartenza dalla Promozione e di aggiungere "Valtellina" al nome del club

Michele Rigamonti tra gli assessori Ivan Munarini  e Michele Diasio

Michele Rigamonti tra gli assessori Ivan Munarini e Michele Diasio

Sondrio, 8 maggio 2021 -  Il Sondrio Calcio è di Michele Rigamonti. Ora è ufficiale. La stretta di mano di ieri mattina tra l’ex patron Oriano Mostacchi, colui che ha portato il team in Serie D a livello impensabili e probabilmente difficilmente raggiungibili in un futuro ormai prossimo, e Michele Rigamonti, l’imprenditore sondriese che ha deciso di ripartire praticamente da zero e di riportare il calcio nel capoluogo valtellinese, ha sancito l’ufficialità del passaggio di consegne in seno alla società calcistica più blasonata e importante dell’intera provincia.

Tutto era stato già definito un mese fa, ma con le ultime firme apposte ieri su alcuni documenti, segnatamente quelli riguardanti il mutuo relativo al campo in sintetico della Castellina, il gruppo presieduto da Michele Rigamonti ha preso in mano le redini della società e potrà (finalmente) incominciare a programmare la prima stagione del "post Mostacchi". Una stagione in cui il Sondrio Calcio potrebbe ripartire con una prima squadra in Promozione, sempre che la federazione dia l’ok, e un settore giovanile che, inevitabilmente, dovrà ripartire dall’anno "zero".

Ieri c’è stata la prima conferenza stampa alla Castellina. "Questo è per noi il punto di partenza – ha detto Rigamonti – di una nuova e affascinante avventura. Spero vivamente che il Sondrio Calcio diventi il faro del movimento calcistico valtellinese e infatti mi piacerebbe che in futuro la società possa chiamarsi Sondrio Calcio Valtellina. L’idea è quella di collaborare con tante realtà del panorama calcistico valtellinese, che ovviamente, manterrebbero la loro identità e indipendenza, per creare un polo calcistico importante. Non era pensabile che, a pochi anni dall’evento olimpico, un capoluogo di provincia come Sondrio non avesse una squadra di calcio. E questo è uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare questa sfida. La prima "molla" però è stata quella relativa ai giovani che, dopo un anno e mezzo di pandemia, sono disorientati e hanno bisogno anche dello sport per riprendere coraggio e riprendersi. Di entusiasmo ne abbiamo tanto, c’è voglia di far bene e di crescere. Il modello? Io provengo dai Salesiani e quindi dico il modello di Don Bosco con i giovani. Il futuro Sondrio dovrà essere un modello per la crescita dei ragazzi più giovani. In primis voglio che escano bravi cittadini, prima che bravi giocatori".