Anche la Valtellina guarda alla Cina: "La nostra seta è il vino Docg"

Nino Negri, Nobili e le altre case a caccia di nuovi mercati

Primo a destra, Nicola Nobili durante la trasferta in Oriente

Primo a destra, Nicola Nobili durante la trasferta in Oriente

Sondrio, 26 marzo 2019 - Sulla via della seta si stanno incamminando anche le aziende valtellinesi di vino, il prodotto più richiesto tra quelli italiani secondo Coldiretti. C’è chi, come la Nino Negri, da anni fa affari con la popolosa nazione dell’Asia Orientale.

«Col Gruppo italiano vini abbiamo un importatore e un paio di persone che lavorano solo sulla Cina. È un mercato che si sta consolidando: l’acquirente è curioso, sta formando la sua cultura in questo settore», spiega il direttore, Danilo Drocco. «Registriamo un affezionamento graduale», sebbene non sempre la ragione dell’acquisto sia quella sperata. «Capita ancora che comprino più per show che per il giusto abbinamento con i cibi, come facevamo noi anni fa con lo Champagne - aggiunge - Sono interessati solo ai vini più cari, come Sforzati e selezioni, ed è anche capitato che realizzassimo per loro etichette molto particolari». Questo interesse si traduce in vendite altalenanti: si passa da ordini di migliaia di bottiglie a mesi di silenzio. Se la Negri ha contatti nelle principali città cinesi, la Casa Nicola Nobili è partita da Hong Kong, grazie alla collaborazione con lo chef Stefano Masanti del ristorante Cantinone di Madesimo. «Sono stato perla prima volta a gennaio 2018 e ci sono tornato esattamente un anno dopo - spiega Nobili - Ero al SI Simply Italian Restaurant, un ristorante italiano gestito da tre soci, tra cui il comasco Paolo Sala, col quale Masanti collabora già dal 2017. Al locale serviva un’attrattiva per i clienti del quartiere, così Masanti ha portato i suoi piatti, chiedendo a me i vini in abbinamento». Nei nove giorni di permanenza lo chef ha rivisitato e proposto, tra le altre pietanze, paste fresche con cacciagione, erbe e frutti del bosco, il maialino nero, pizzoccheri: ogni cena (120 coperti) da tutto esaurito. «Oltre agli italiani c’erano parecchi cinesi coi quali intessere o consolidare relazioni».

Tra gli incontri dell’anno prima e qualche nuova conoscenza sono nate diverse opportunità, persino quella con il Bo Innovation - Xtreme Chinese Cuisine, 3 stelle Michelin: «Sono rimasti affascinati dal Nebbiolo». Grazie al viaggio, la Maison valtellinese ha acquisito un importatore «che mi sta aprendo le porte di diversi esercizi», prosegue Nobili. Non ha ancora ricevuto ordini, «ma è solo questione di tempo, all’estero procede tutto a rilento», specifica. Si vede che la situazione sta cambiando: «In un anno la clientela cinese che chiedeva il nostro vino è aumentata. E a furia di assaggiare stanno anche sopperendo al loro problema enzimatico», aggiunge. «Insieme ai miei prodotti presentavo la Valtellina e la sua enogastronomia. Capivano a che zona mi riferivo solo quando nominavo Sforzato, Bormio, Livigno, bresaola. C’è ancora da lavorare perché comprendano esattamente di che contesto parliamo». Meno difficile l’approccio con mercati quali la California e il Giappone. Su circa 25mila bottiglie dell’anno passato, Nobili ne ha esportate in queste zone circa tremila.