Bresaola, Rigamonti si espande a Mazzo

È saltata l’ipotesi iniziale di Poggiridenti e ora l’azienda guarda alla seconda area per la preparazione dei prodotti affettati

La Rigamonti gode di buona salute e punta ad ampliare gli stabilimenti di produzione

La Rigamonti gode di buona salute e punta ad ampliare gli stabilimenti di produzione

Sondrio, 14 novembre 2019 - Alternativa Poggiridenti naufragata. Per l’ampliamento di settemila metri quadrati della Rigamonti, che servirà a investire nei prodotti affettati, è al vaglio la seconda delle due ipotesi originarie, cioè Mazzo, Comune in cui il leader mondiale della bresaola ha già un insediamento produttivo, e un nuovo terreno nel circondario. «Il mio obiettivo è restare il più vicino possibile allo stabilimento di Poggiridenti, al fine di ridurre al minimo gli spostamenti dei dipendenti. Stiamo lavorando in tale direzione, compatibilmente con le necessità aziendali», dichiara Claudio Palladi, amministratore delegato della società del gruppo brasiliano Jbs. La soluzione Poggiridenti, forse la più congeniale ad azienda e lavoratori, è saltata a causa di una serie di intoppi legati ai terreni di proprietà privata e a quello demaniale coinvolti: avrebbero comportato un iter lungo, complesso e oltremodo costoso che Rigamonti non si poteva proprio permettere. Visto che l’intenzione è di iniziare i lavori entro la fine del 2020, a breve l’azienda deciderà quale sia la via migliore tra Mazzo e il nuovo terreno nel mandamento di Sondrio, tenendo in grande considerazione le esigenze degli occupati.

Nel frattempo prosegue il programma di assunzioni concordato: «A gennaio 2020 stabilizzeremo l’ultima tranche che porterà i nostri occupati stabili a oltre 170 (con gli interinali arrivano a più di 200) ai quali vanno aggiunte le 40 unità della neo acquisita Brianza salumi che, grazie a un programma di crescita importante, a sua volta potrebbe aumentare l’organico», aggiunge. A cinque anni dalla ristrutturazione, la realtà produttiva fondata in Valtellina nel 1913 non solo ha superato la crisi ma è in piano rilancio. A fronte di una produzione di 7.685 tonnellate di bresaola, Rigamonti ha fatturato nel 2018 130 milioni di euro, più 4,5% sul 2017. La sua attenzione è rivolta all’export, che per il momento ricopre il 9% della produzione ed è concentrato prevalentemente in Europa. Nel mirino ci sono Stati Uniti d’America e Oriente, Singapore e Giappone in primis. A fare da traino in casa Rigamonti non è solo la bresaola della Valtellina Igp, ma anche vaschette, snack, combo, che coprono la metà della produzione, e i sempre più richiesti bresaola 100% italiana e black angus. Tra i salumi la bresaola è uno dei pochi in crescita: il suo trend è positivo, mediamente un 4,5% l’anno, anche grazie alle politiche di destagionalizzazione. Lo dimostrano i consumi: più 45% negli ultimi 20 anni. Otto italiani su 10 amano il salume tipico della Valle per il suo gusto, la leggerezza e la velocità, aspetto quest’ultimo che ben si combina con le mutate abitudini: dal 1998 a oggi si è assistito al dimezzamento del tempo passato davanti ai fornelli (fonte Fipe 2018).