Sondrio, non solo bresaola: Rigamonti cresce

Il player mondiale della lavorazione degli insaccati acquisisce Brianza Salumi, azienda del Lecchese. E punta sul benessere a tavola

Rigamonti, i vertici delle due realtà produttive insieme dopo la sigla dell’accordo

Rigamonti, i vertici delle due realtà produttive insieme dopo la sigla dell’accordo

Sondrio, 23 ottobre 2019 -  Quello del benessere è un trend imperante nelle scelte alimentari della maggior parte degli italiani, e la tendenza riguarda anche i salumi. Secondo un’indagine Doxa, infatti, al di là della bresaola, tra i salumi più attesi ci sono quelli prodotti con animali bio, quelli a base di pollo e tacchino e quelli senza glutine e lattosio. Per questo Rigamonti, leader mondiale del settore con la bresaola, ha appena concluso l’acquisizione di Brianza Salumi, azienda del lecchese specializzata in prodotti biologici e a basso contenuto di sale, con un fatturato di 14 milioni di euro.

«Con l’acquisizione – dichiara l’ad di Rigamonti, Claudio Palladi – affiancheremo alla nostra produzione di bresaola un’alta gamma di salumi bio dalla filiera certificata e con una forte propensione all’export. Potenzieremo la proposta dei “salumi benessere” e rafforzeremo la presenza sui mercati internazionali. Tutto garantendo la permanenza e la continuità gestionale degli attuali soci, la famiglia fondatrice: Claudio e Giovanni Vismara». Con l’acquisizione l’azienda valtellinese, fondata nel 1913, segna il suo pieno rilancio. Un’impresa che ha portato la bresaola sui mercati di tutto il mondo, dagli Emirati Arabi alla Svizzera al Regno Unito: la sua distribuzione ormai copre 23 Paesi.

«Oggi Rigamonti è un’azienda sana – continua l’ad -. A soli 5 anni dalla ristrutturazione abbiamo superato la crisi e raggiunto il debito zero, mantenendo la connotazione italiana e un forte radicamento nel territorio. Ora guardiamo all’export, che per il momento ricopre il 9% della produzione ed è concentrato prevalentemente in Europa. Nel mirino ci sono Usa e Oriente, Singapore e Giappone in primis, anche a seguito della formalizzazione dell’accordo tra Italia e il Paese del Sol Levante per esportare il prodotto realizzato con materia prima nazionale».

E ancora: «Il nostro obiettivo è arrivare a una crescita a doppia cifra, superiore al mercato domestico, a patto però che si superino le barriere all’estero». A fronte di una produzione di 7.685 tonnellate di bresaola, Rigamonti ha fatturato nel 2018 130 milioni di euro, che vuol dire un più 4,5% sul 2017. E i primi 9 mesi del 2019 sono promettenti. «Ci aspettiamo di superare la soglia della produzione di 8.000 tonnellate entro fine anno – spiega Palladi – ad oggi stimiamo già una crescita in quantità e valore del 6%».

A fare da traino non solo la bresaola della Valtellina Igp, ma anche vaschette, snack, combo, che coprono la metà della produzione, e i sempre più richiesti “Bresaola 100% italiana” e “Black Angus”. «La Bresaola è uno dei pochi salumi che cresce - conclude - Il trend è estremamente positivo, mediamente un 4,5% l’anno, anche grazie alle politiche di destagionalizzazione». Lo dimostrano i consumi: più 45% negli ultimi 20 anni. Otto italiani su 10 amano il salume tipico della Valtellina per il suo gusto, la leggerezza, la tradizione e la velocità di preparazione, importante visto il dimezzamento, dal 1998 a oggi, del tempo passato in cucina.