Nuovi voucher, l'Unione Cts: "Il rimedio è, se possibile, peggiore del male"

La presidente dell'Unione del turismo e del commercio Loretta Credaro: "Sono demagogici e inutili"

Un voucher o buono lavoro erogato dall'Inps (Ansa)

Un voucher o buono lavoro erogato dall'Inps (Ansa)

Sondrio, 19 luglio 2017 – Quando il rimedio è, se possibile, peggiore del male. I cosiddetti "nuovi voucher" non convincono, anzi deludono fortemente. E il punto di vista di uno dei settori maggiormente coinvolti, quale è il mondo delle imprese del commercio del turismo e dei servizi, non si fa attendere. L'argomento, infatti, è stato al centro dell'attenzione in occasione della Giunta dell'Unione del Commercio e del Turismo della provincia di Sondrio, che si è riunita nella serata di lunedì 17 luglio nella sede dell’associazione. Ciò che è emerso è il parere fortemente critico dell’Unione del Commercio e del Turismo, sintetizzato dal commento della presidente Loretta Credaro: "A nostro parere, i "nuovi voucher" (alias "Contratto di prestazione occasionale") appena entrati in vigore sono demagogici e inutili, perché troppo complicati da utilizzare e ingessati dalla burocrazia. Un punto di vista che appare del resto in linea con quanto espresso dalla Confcommercio nazionale. La nuova tipologia contrattuale rientra nelle ‘Prestazioni occasionali’ introdotte dall’articolo 54-bis della Legge n. 96 del 21 giugno 2017 (in cui è stato convertito il Decreto Legge n. 50/2017). Ad argomentare le criticità del provvedimento, i membri di Giunta dell'Unione, che nel corso della riunione sono entrati nel merito dei punti decisamente non graditi dagli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi della nostra provincia. Al Governo era stata chiesta una risposta immediata, certa ed efficace al vuoto prodotto dalla cancellazione dei voucher, ma se è vero che l’esecutivo ha provveduto a formulare una nuova regolamentazione del lavoro occasionale, essa - e qui viene evidenziata la prima criticità - appare come una misura pasticciata e, quindi, non pienamente funzionale all'obiettivo che ci si era prefissati. Infatti, lo strumento appena introdotto si presenta appesantito da nuovi costi e adempimenti burocratici, che portano via denaro e tempo agli imprenditori, oltre a non essere per niente in linea con la snellezza che dovrebbe invece caratterizzare una prestazione occasionale.  Inoltre, se è vero che l’aspetto della tracciabilità e dei controlli risulta rafforzato attraverso la nuova piattaforma informatica, ad esso si accompagnano però scarsa chiarezza e troppo inutili vincoli legati al numero di dipendenti dell’impresa, cui si aggiungono nuovi orpelli sugli orari e sulla sicurezza, che risultano di non facile lettura e quindi comprensione da parte degli operatori".

"A nostro giudizio – conclude la presidente Credaro –, ci si muove ancora nell’equivoco di fondo di voler regolare una tipologia di lavoro e non una prestazione saltuaria, occasionale e difficile da prevedere, perché legata all’andamento del lavoro. Allo stesso modo, consideriamo grave che non venga data una risposta efficace alla domanda di flessibilità per le realtà con più di cinque addetti - come se il bisogno di flessibilità non riguardasse anche le imprese i cui dipendenti oltrepassano questo numero! – e troppo vincolante il tetto di 5mila euro per l’utilizzatore ossia per l’imprenditore che se ne serve. Inoltre, va tenuto conto del fatto che con il nuovo strumento è venuta meno l’immediatezza della riscossione: in pratica, i lavoratori sono costretti ad attendere il mese successivo a quello della prestazione per poter ricevere pochi euro". Cresce, intanto, il malcontento degli operatori del commercio e del turismo che, nel pieno della stagione estiva, si trovano alle prese con uno strumento che considerano per lo più inadeguato alle loro esigenze.