Il coronavirus taglia la bresaola, Rigamonti: "Soffriamo i salumi più convenienti"

La storica azienda stima una perdita del 25-30% del fatturato: "Ma non smettiamo di investire"

Rigamonti bresaole

Rigamonti bresaole

Sondrio, 15 aprile 2020 - Non sarà certo un trimestre (e nemmeno un anno) semplice per la bresaola, ma Rigamonti sa di poterlo affrontare con una discreta serenità. Come sottolinea Claudio Palladi, amministratore delegato della società del gruppo brasiliano Jbs, dopo l'ottima chiusura del 2019 e un febbraio a più 7,4%, «a marzo abbiamo registrato un sostanziale azzeramento della crescita».

Sarà ancora più complesso il quadro del secondo trimestre 2020: «Per aprile la perdita di fatturato stimata è del 25% e prevediamo che quella generale di volumi a fine trimestre sarà del 25/30%». In base alle analisi, «la bresaola soffre a vantaggio di salumi più convenienti. Non sarà un anno semplice ma contiamo di viverlo senza problemi di liquidità, grazie a quanto accantonato in precedenza», spiega. Alla base della riduzione dei volumi c'è innanzitutto l'azzeramento dei consumi fuori casa «che ha penalizzato anche l'estero (basato molto sulla ristorazione) - prosegue l'Ad - Ma anche nei supermercati stiamo perdendo (meno 30/35%) a causa, è l'ipotesi più probabile, delle mutate abitudini del consumatore: per limitare il contatto ravvicinato con altre persone, preferisce evitare il banco assistito tanto quanto le vasche delle offerte. Il confezionato tiene, ma c'è sempre il problema del costo: la bresaola è più cara degli altri affettati e in tempi bui le famiglie devono fare delle scelte».

Fin dai primi sentori di emergenza, Rigamonti (207 addetti fissi più 30 interinali) si è attrezzata. «Molti nostri reparti già lavoravano con determinati presidi, ma da subito abbiamo deciso di implementarli- prosegue Palladi - Abbiamo investito più del dovuto sulle mascherine: ne abbiamo acquistate in surplus, a prezzi più elevati del normale a causa di evidenti e poco etiche speculazioni. In più ogni mattina abbiamo incontrato i lavoratori per ascoltare le loro esigenze e rassicurarli, tanto che marzo è stato un susseguirsi di aggiustamenti per trovare le migliori soluzioni organizzative». Risultato? «La nostra produzione ha avuto tassi di assenteismo di sicuro più alti del normale, ma non elevati». Poi, di concerto con i sindacati, «abbiamo attivato una cassa integrazione a rotazione per adeguare la produzione che si sta riconfigurando». Si viaggia a vista, in un quadro mutevole. «Sarà così per un po', ma non perdiamo la voglia di investire». Lo dimostra il fatto che il piano di espansione di 7.000 metri quadri è tutt'ora in auge, anche se bloccato dal punto di vista fisico, per ovvie ragioni. «Stiamo portando avanti trattative su due terreni privati vicini all'attuale stabilimento - conclude- Ci occupiamo del presente, ma senza dimenticarci il lungo periodo».