Eccellenze enogastronomiche, apre la 'Butéga Valtellina'

Presentata la start up per promuovere i prodotti alimentari locali

Peter Moltoni  Jonatan Fendoni, Patrizio Mazzucchelli e Massimo Bardea

Peter Moltoni Jonatan Fendoni, Patrizio Mazzucchelli e Massimo Bardea

Tirano (Sondrio), 27 gennaio 2019 - «Butéga Vatellina»: un nome che evoca la tradizione del territorio di cui vuole promuovere i piatti e i prodotti alimentari più tradizionali e rappresentativi. È l’idea, lanciata con una start up dai valtellinesi Mattia Fendoni, Francesco Bondiolotti e Giorgio Gobetti nel Local Hub di Tirano, nell’ambito delle iniziative sull’imprenditorialità promosse dal progetto Sbrighes!.

«Vogliamo mettere in rete tutte le piccole eccellenze dell’enogastronomia valtellinese e promuoverle con strumenti innovativi, per aiutarle a trovare nuovi sbocchi di mercato e dar loro il giusto valore. Abbiamo recentemente pubblicato il sito www.butegavaltellina.com, dove a breve tutti gli appassionati potranno trovare, proprio come nelle botteghe di paese di un tempo, prodotti selezionati dell’enogastronomia valtellinese», ha spiegato Gobetti. A conferma della serietà delle loro intenzioni, davanti ad un centinaio di imprenditori locali, ad appassionati e curiosi, i tre ragazzi hanno invitato quattro rappresentanti di realtà locali virtuose. Tra loro Patrizio Mazzucchelli, di Raetia Biodiversità Alpina, azienda agricola attiva da anni nella coltivazione di piante autoctone delle Alpi, che ha posto l’accento sulla necessità di preservare il patrimonio naturale (e culturale) costituito dalle varietà di segale, grano saraceno e di altre specie vegetali tipiche. Anche allo scopo di invogliare i giovani a proseguire nella cura e lavorazione della terra.

Peter Moltoni è il proprietario di «Apicoltura Moltoni» che si occupa di produrre miele di qualità: «Oggi i giovani sono più consapevoli del percorso che intraprendono, quando scelgono questo settore, noi eravamo sconsiderati. Anche se, nel nostro caso è andata bene». Massimo Bardea, presidente dell’associazione Alplab, ha insistito sul valore del patrimonio gastronomico valtellinese nella sua accezione culturale. Grazie al progetto «Comunità che nutrono», finanziato da Regione Lombardia nel 2017 e nel 2018, AlpLab ha mappato e raccolto una decina di ricette tradizionali che rischiavano di essere dimenticate: dal Melonz di Chiavenna alla Lughenia de pasola di Livigno. «L’obiettivo - ha detto Bardea - è coinvolgere giovani professionisti e imprenditori in progetti capaci di valorizzare a livello economico e commerciale almeno alcune delle preparazioni».