Vittima di violenze in casa "Presto indagini chiuse"

Ardenno, domani l’autopsia per chiarire le cause del decesso della donna. L’avvocato: "Il procuratore ha assicurato una definizione celere del caso"

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di Michele Pusterla

Una vicenda che ha scosso la Valtellina quella che “Il Giorno“ ha raccontato in anteprima nell’edizione di ieri. Quella donna trovata morta nella sua casa di Ardenno, dal suo avvocato, la prima ad attivare le ricerche dopo la scomparsa avvenuta alcuni giorni prima. Aveva fatto, nel 2020, un goffo tentativo di uccidersi con il gas dentro l’alloggio, presenti i due figlioletti avuti da una precedente relazione, ma più che un tentativo di suicidio fallito (rubinetto del gas da lei subito chiuso, finestre spalancate, corrente staccata, chiavi ai bimbi per uscire a chiamare i vicini) era apparso un disperato tentativo di richiamare l’attenzione su di sé, facendo intervenire i carabinieri e denunciare così nell’occasione il suo stato di prigioniera e i maltrattamenti subiti. Ma Sabrina finì indagata per tentato duplice omicidio e la denuncia delle violenze, formalizzata dal suo avvocato, Valentina Baruffi di Sondrio, non sortì gli effetti sperati. E ora lei, pochi giorni fa, è stata trovata morta nella cantina di quella casa, dove secondo i suoi racconti, e alcune testimonianze, più volte è stata maltrattata, picchiata, costretta a subire pesanti abusi sessuali dal convivente molto violento e possessivo che voleva lasciare, ma senza trovarne la forza per farlo. Il sospetto è che si sia suicidata, ma a stabilire con precisione le cause del decesso sarà l’autopsia disposta dalla Procura: si terrà giovedì ad opera della patologa Elena Invernizzi di Pavia.

"Non è mai stato attivato il Codice rosso per lei e la prima volta fu ascoltata dopo un anno dalla denuncia, anziché entro 3 giorni come previsto dalla legge. Più volte avevo chiesto l’adozione di misure cautelari nei confronti di quel compagno aggressivo - spiega l’avvocato - ma senza successo. La mia assistita, in preda alla paura e alle minacce, è stata costretta a cambiare casa, abitudini e amicizie. Nei giorni scorsi, subito dopo la tragica fine di Sabrina, il procuratore di Sondrio, Piero Basilone, mi ha ricevuto e ascoltato per oltre un’ora, dimostrandomi grande sensibilità affermando che avrebbe sollecitato una definizione celere, ma attenta di tutti i procedimenti in cui la donna era parte offesa o indagata, in quest’ultimo caso per la sola vicenda avvenuta due anni fa". Intanto i vicini sono stati ascoltati dalla Squadra Mobile e c’è chi ha riferito che la notte precedente la leggera fuga di gas, la donna era stata nuovamente picchiata. "I procedimenti sono stati riuniti - spiega il procuratore - e ora di essi ci occupiamo direttamente io e la collega Elvira Antonelli. E contiamo di arrivare, in poche settimane, a una definizione degli stessi". "Gli assistenti sociali, nei giorni scorsi - ricorda Margherita Della Nave, stretta collaboratrice dello studio legale - avevano ventilato a Sabrina la concreta possibilità che i bimbi, che lei adorava, fossero dati in affidamento a due distinte famiglie". Un altro duro colpo che si era abbattuto sulla 48enne.