Giallo sulla morte di Veronica: "Potrebbero esserci altri coinvolti"

Le parole del criminologo che si sta occupando di Emanuele di Susanna Zambon

Veronica Balsamo

Veronica Balsamo

Grosotto (Sondrio), 10 settembre 2014 - Emanuele non ricorda cosa sia successo a Veronica la sera di sabato 23 agosto. Non finge, davvero non riesce a rammentare. È questa l’opinione tecnica del dottor Claudio Marcassoli, criminologo e psichiatra forense della difesa di Emanuele Casula. L’esperto è stato infatti nominato dall’avvocato Francesco Romualdi dell’apprendista saldatore 18enne, per cercare di fare chiarezza sulle condizioni del suo assistito, l’ultimo a vedere in vita la fidanzata Veronica Balsamo, trovata morta in fondo ad un dirupo. «Non è certo un comportamento tipico – specifica Marcassoli –, ma può succedere che uno choc simile provochi un’amnesia di questo tipo. Non capita spesso, ma può succedere. Certo, è possibile anche che finga di non ricordare, ma sinceramente tendo ad escluderlo. È davvero molto scosso, ha riportatto un stress post traumatico. Io lo supporterò dal punto vista psicologico, ma in questa prima fase non ho ritenuto di entrare nel merito, adesso non ha una memoria utile, sarebbe davvero senza senso».

Il ragazzo, comunque, sembra proprio aver bisogno di un supporto psicologico per affrontare e parlare di quello che è successo. Le vicende intercorse quella notte sembrano relativamente chiare. Veronica Balsamo, 23enne cameriera di Tiolo, frazione di Grosio, muore in fondo a un dirupo in località Roncale. La causa della morte è una profonda ferita alla testa, provocata forse da una pietra contro cui avrebbe sbattuto, probabilmente cadendo. suo ragazzo, Emanuele Casula si allontana da Roncale con il Suv della ragazza, si ribalta e non aspetta i soccorsi, ma scappa a piedi e raggiunge il bar dove si trovavano gli amici. Torna a casa e la mattina dopo viene rintracciato dai carabinieri e portato in ospedale per curare le ferite causate dall’incidente. Ricorda poco e quello che dice è confuso, da qualche giorno è stato dimesso ed è tornato a casa.

È libero: il Gip ha infatti rigettato la richiesta della Procura di Sondrio di sottoporlo agli arresti domiciliari per aver rubato medicinali nella farmacia del paese e anche un’auto. Nella giornata di ieri, poi, non risultano ulteriori richieste di applicazione di misure cautelari. Ma la difesa, è al lavoro: «Non abbiamo ricevuto nessuna richiesta – afferma Romualdi – e non è stato convocato per udienze o interrogatori. In realtà me lo aspettavo anche io, invece nulla. Non abbiamo ancora parlato di quello che è successo con Emanuele, non credo si sia ancora reso conto dell’accaduto. Abbiamo contattato lo psichiatra criminologo Claudio Marcassoli per cercare di capire di cosa e come parlare con Emanuele. Abbiamo anche nominato un medico legale che ci assiste per analisi autoptiche e genetiche».  Marcassoli ha incontrato già un paio di volte, ma è difficile farsi un’idea precisa. «Emanuele può essere sottoposto ad un interrogatorio – conferma lo specialista .- ma ora non sembra ricordare con precisione. Ci vorrà del tempo per cercare di affrontare nel migliore dei modi la questione e avere delle risposte che possano in qualche modo essere utili anche alle indagini». La vicenda, comunque, sembra più complicata di quello che appare: «Si tratta di una impressione, forse sono coinvolte altre persone, commenta il dottor Marcassoli. Lo specialista incontrerà ancora l’indagato «se non tutti i giorni, quasi», precisa. 

 

di Susanna Zambon