La strana notte a Grosotto. Sulla morte di Veronica le ombre del satanismo

Voci di paese sulla vicenda della ragazza caduta nel dirupo. Sono tutte aperte, dalla disgrazia all’omicidio. Chieste le perizie tossicologiche di Michele Pusterla

Caduta nella scarpata, morta Veronica Balsamo

Caduta nella scarpata, morta Veronica Balsamo

Grosotto, 29 agosto 2014 - Rinviata di 24 ore, l’autopsia eseguita ieri sul cadavere di Veronica Balsamo, la 23enne di Tiolo (frazione di Grosio) trovata morta in circostanze misteriose in un dirupo («È impossibile morire in quella scarpata, dove neppure c’era una macchiolina di sangue», affermano alcuni paesani) nella mattinata di domenica a Roncale, vicino alla chiesetta seicentesca di Grosotto, dovrà dare una svolta all’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Sondrio, coordinati dal sostituto Elvira Antonelli. La giovane cameriera (in Svizzera), quella sera, si trovava in compagnia di Emanuele Casula, operaio 18enne di Grosotto, col quale da qualche tempo aveva allacciato un legame sentimentale.  «È uscita dall’auto sulla quale ci eravamo appartati e, all’improvviso, è scivolata nel dirupo. In preda al panico mi sono allontanato a tutta velocità con la macchina di proprietà di sua madre con la quale mi sono cappottato», sarebbe più o meno questa una delle versioni dell’accaduto fornite dal giovane, sicuramente nel mirino per omissione di soccorso e guida senza patente, ora chiuso in totale mutismo nell’ospedale di Sondalo. Qui un paio di giorni fa ha ricevuto la visita dei familiari e quella dei carabinieri che gli hanno notificato l’atto con l’ipotesi di omicidio (volontario? Colposo? Preterintenzionale? Nel fascicolo aperto dal magistrato c’è un ventaglio di possibilità che potrebbero subito decadere, qualora l’esame autoptico non lasciasse dubbi sul fatto che si sia trattato di un incidente senza intervento di altri) riportante la data dell’autopsia, per consentirgli di nominare un consulente di fiducia in grado di assistere al lavoro peritale del dottor Paolo Tricomi di Lecco, incaricato dalla Procura. L’anatomopatologo ha iniziato alle 15 e, a sera, non aveva ancora concluso il suo lungo intervento eseguito nella camera mortuaria dell’ospedale di Sondrio. Saranno analizzati anche gli abiti che, quella sera, la giovane indossava. Ci vorrà tempo - dicono gli inquirenti - anche per conoscere i risultati degli esami tossicologici. Al momento non si sa ancora l’esito di quelli legati al prelievo di sangue al 18enne, per i quali il procuratore Fabio Napoleone ha chiesto agli esperti una corsia preferenziale.

«La morte della ragazza - si chiede il magistrato - è conseguenza di precipitazione e se sì, come mai è precipitata? O c’è dell’altro. L’autopsia dovrà dire molte cose. Al momento rimangono in piedi tutte le ipotesi. Quando, per la prima volta, venne ascoltato, Casula era in un fortissimo stato di agitazione: per lo shock, o per altro? Ancora non sappiamo». Intanto si rincorrono le voci, come quelle che sull’auto incidentata siano state trovate confezioni di farmaci rubati la sera stessa (da chi?) nella farmacia del paese e che un 36enne del posto, che è in coma in ospedale dalla sera della tragica fine di Veronica (in Procura è aperto un fascicolo contro ignoti per tentato omicidio), sia stato vittima di un rito satanico. Mancava solo l’ombra del satanismo ad alimentare il «giallo» della Valtellina.