Valmalenco, Bambi è di nuovo a casa: "È un po’ dimagrito, ma si rimetterà in forma presto”

Primi giorni nell’oasi per il cervo cresciuto fin da cucciolo da Giovanni Del Zoppo: “È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta”

Chiesa in Valmalenco (Sondrio) – “Non è stato semplice, ma ce l’abbiamo fatta, finalmente è tornato a casa e sta benissimo. Siamo andati a prenderlo con il veterinario dell’Ats, che lo aveva già sedato quando partì per Dazio, e il viaggio è andato bene, abbiamo fatto qualche sosta per controllarlo. E anche se è un po’ dimagrito, si rimetterà presto in forma, ne sono sicuro. Ringrazio tutti gli amici che mi sono stati vicini in questi mesi e mi hanno supportato sia con la raccolta fondi sia con la costruzione del recinto, così come per portare avanti le pratiche per ottenere l’autorizzazione all’allevamento del cervo. Tante le persone e le aziende che mi hanno dato una mano, chi mi ha offerto la rete per la recinzione del terreno di 8mila metri quadri; chi mi ha donato; chi ha realizzato la casetta in legno con copertura in piode dove alloggiare Bambi in caso di maltempo e c’è la mangiatoia. Potrò dargli da mangiare in sicurezza quando va in calore ed è più pericoloso. Vorrei portargli compagnia presto, magari due cerve attraverso il Parco dello Stelvio". È strafelice Giovanni Del Zoppo, il papà adottivo di Bambi, da poco in pensione: ha riportato in Valmalenco il cervo che ha cresciuto da quando era cucciolo, prima del sequestro la scorsa estate.

“Verranno le scolaresche in visita - annuncia Stefano Nani, il presidente della neo costituita associazione ecofaunistica “Valmalenco Casa di Bambi“, mentre Del Zoppo è il vice –  L’animale resta in custodia a noi, pur rimanendo la proprietà dello Stato. Lo scopo primario è promuovere iniziative per la salvaguardia dei selvatici che devono restare nel loro habitat. Bambi, per un errore in totale buona fede, è un ungulato fortemente imprintato: non avrebbe potuto tornare nel bosco. Il messaggio che lanciamo è che gli animali devono vivere in natura. Siamo una trentina di volontari, ne aspettiamo altri. E a breve l’associazione potrà raccogliere gli aiuti del 5x1000, ora è aperta alle donazioni: c’è un conto bancario dove farle. Metteremo dei cartelli per informare i turisti di non dare pane, carote, verdure. Altrimenti l’apparato digerente viene compromesso. In inverno c’è il fieno. E quando si sarà ambientato gli porteremo una o due compagne, anche loro vissute in cattività".