In trasferta per partorire: "Devo lasciare Santa Caterina per colpa frana del Ruinon"

Elena Pedranzini è giunta al termine della gravidanza e racconta cosa è costretta a fare

La strada provinciale numero 29 della Valfurva chiusa al traffico

La strada provinciale numero 29 della Valfurva chiusa al traffico

Valfurva, 27 agosto 2019 - Albergatori preoccupati e in ginocchio, cittadini che temono di perdere il lavoro, studenti ancora in cerca di risposte su come potranno recarsi a scuola quando, tra poco più di due settimane, ricomincerà l’anno scolastico, e anche residenti costretti a trasferirsi, almeno temporaneamente. È il caso di una mamma di Santa Caterina Valfurva che, ormai prossima al parto, ha deciso a malincuore di lasciare la sua casa in attesa di dare alla luce suo figlio, per poi tornare a Santa Caterina, anche se non sa ancora quando questo potrà essere possibile. Una scelta logica, ma certo non facile. Troppo rischioso restare in una località praticamente isolata con la possibilità, tutt’altro che remota, di non fare in tempo a raggiungere l’ospedale più vicino, quello di Sondalo, visti i collegamenti difficili anche con un’ambulanza o un mezzo di soccorso. Senza contare che al momento nella frazione di Santa Caterina non c’è un medico che presidi il territorio, una delle problematiche, tra l’altro, già sollevate dai cittadini.

La donna, Elena Pedranzini, ha raccontato la sua storia sulla pagina di Facebook “Comune di Valfurva? Dite la vostra”, che in questi giorni di emergenza, ben 66, è diventata una sorta di valvola di sfogo per i residenti. «È stata un’estate per tutti molto molto impegnativa a tutti i livelli (economico, organizzativo, relazionale, emotivo) con la situazione che si è creata con la frana del Ruinon – premette Elena nel suo racconto a cuore aperto –. Sono sempre stata di animo abbastanza vagabondo e non prettamente patriottico, ma in questo momento mi piange il cuore a dover abbandonare la mia casa e trasferirmi momentaneamente altrove». «Ormai sono giunta al termine della gravidanza e tra non molto avrò una nuova vita da accogliere ed accompagnare nel mondo, e restare qui sta diventando un pochino rischioso. Ci tengo a ringraziare chi in questo periodo mi ha dato supporto anche solo misurandomi la pressione, e le tante persone che si sono preoccupate ogni giorno della mia salute. Chiedo però a chi di dovere di non abbandonarci nel prossimo periodo, anche a livello sanitario: ritengo che con una strada chiusa sia necessario avere un medico fisso in paese. Vorrei tornare presto a casa col mio bimbo e potergli raccontare che le cose stanno cambiando e che se lo vorrà potrà vivere ancora a lungo in questo Paradiso chiamato Santa Caterina Valfurva».