Terreni incolti in Valdisotto, nasce una task-force: sei ettari sottratti all’abbandono

L'accordo fra trenta proprietari h a l’obiettivo di rilanciare l’agricoltura di montagna

Agricolture di montagna

Agricolture di montagna

Valdisotto (Sondrio) Unire le forze per evitare l’abbandono e l’incuria dei monti, dare un nuovo slancio all’agricoltura e garantire maggiore sicurezza al territorio. La Comunità Montana Alta Valtellina, fin dal 2019, ha promosso, in collaborazione con i Comuni di Valdisotto e di Valfurva, un progetto sperimentale innovativo di sviluppo di una o più associazioni fondiarie in Alta Valtellina al fine di valutare nuove forme di coltivazione e tutela del territorio montano abbandonato.

Il progetto, in sintesi, si propone di rilanciare l’agricoltura in Alta Valtellina, quale elemento chiave dell’economia del paesaggio e della tutela ambientale, attraverso l’accorpamento dei terreni da conseguire con la costituzione di una o più associazioni fondiarie. La volontà di recuperare i fondi e di scongiurare l’abbandono è fatta nell’ottica di valorizzare il lavoro delle generazioni passate che, con grande fatica e impegno, hanno "strappato" le terre al bosco e per secoli le hanno coltivate e tenute come fossero un "giardino".

A tale scopo, nel 2021 e 2022, sono state convocate alcune assemblee pubbliche con i proprietari delle aree interessate al progetto sperimentale, in particolare delle località di Presure e Tiola per Valdisotto e degli abitati di Adam e Plazola, nella zona di Limedaccio per Valfurva, dove sono state individuate alcune aree agricole di varia estensione in cui avviare la proposta di associazionismo fondiario. In data 3 dicembre, presso il Comune di Valdisotto, è stata costituita ufficialmente l’associazione fondiaria denominata "Presure e Tiola" (estensione territoriale di circa 6,30 ha), con cui una trentina di proprietari hanno sottoscritto con atto notarile lo statuto della stessa, nominando nel contempo il Consiglio Direttivo composto da presidente, vice-presidente e segretario, e dato in uso i propri terreni per una durata di 10 anni (il tempo minimo indispensabile per poter programmare degli interventi di pulizia e di miglioramento dei fondi, nonché per poter richiedere finanziamenti pubblici).

Al termine dei 10 anni i proprietari, pur mantenendo la proprietà sui fondi, si ritroveranno i terreni ripuliti e potranno decidere se continuare a lasciarli in uso all’associazione o se riprenderli in gestione per coltivarli direttamente. Questo è il primo progetto di associazionismo fondiario che, finalmente, diventa operativo in Alta Valtellina, ma si spera possa fungere da esempio virtuoso e che venga esteso e replicato su tutto il territorio della Comunità Montana. Non bisogna, infatti, dimenticare che già da alcuni anni, in provincia di Sondrio, sono nate e hanno già dato importanti risultati diverse associazioni fondiarie in Valchiavenna, Valtartano, in media e bassa Valtellina.