Valanga sul Bernina, due vittime: nessun indagato ma sarà fatta l’autopsia

I rilievi hanno escluso che la slavina sia stata causata dagli sci-alpinisti

Valanga sul Bernina

VALMALENCO, MUOIONO DUE ALPINISTI SOTTO LA VALANGA- (NATIONAL PRESS/ORLANDI)

Caspoggio, 19 marzo 2017 - Tra martedì e mercoledí verrá effettuata l’autopsia sui corpi di Luciano Bruseghini, 43enne di Caspoggio, e Pierluigi Pellegrini, 53enne di Teglio, vittime nella tarda mattinata di venerdí di una valanga sul ghiacciaio dello Scerscen, a quota 3mila metri.

Solo dopo l’esame sui cadaveri dei due scialpinisti il magistrato titolare delle indagini, la dottoressa Elvira Antonelli, potrá dare il nulla osta alla sepoltura e si potranno fissare e celebrare i funerali. Intanto, le indagini sono giá a buon punto e hanno permesso di escludere che la valanga sia stata causata dal passaggio degli scialpinisti. Il terzo componente del gruppo, miracolosamente scampato alla tragedia, il 64enne Roberto Lenatti di Chiesa in Valmalenco, non risulta infatti iscritto nel registro degli indagati e con tutta probabilitá non verrá indagato per l’accaduto. I tre, da quanto appreso, si trovavano infatti decisamente piú in basso rispetto alla zona da cui si é staccata la slavina che ha travolto e ucciso Bruseghini e Pellegrini. Il terzetto era impegnato a scendere dal pizzo Sella-bivacco Parravicini, nei pressi di una ferrata dismessa, quando dall’alto si è staccata la lastra di neve. La massa, con un fronte di una cinquantina di metri, una lunghezza di oltre 300 e uno spessore di un metro, li ha travolti, non lasciando scampo a due di loro. Uno individuato grazie al dispositivo Arva, l’altro da un’unità cinofila del Soccorso Alpino, intervenuto con Sagf della GdF, Vigili del fuoto e carabinieri.

Luciano Bruseghini scriveva su «Montagne Divertenti». Distrutta la moglie Valeria, in attesa di un secondo figlio fra pochi giorni e mamma di un altro loro bimbo di soli due anni. La famiglia era già stata segnata, pochi anni fa, da un altro grave lutto: la perdita del fratello Massimo, pure lui appassionato di scalate, rimasto ucciso in un incidente stradale sulla statale 38 ad Ardenno. Lavorava nello stabilimento «Del Zoppo» di Buglio in Monte. Pierluigi Pellegrini lascia la moglie e due figlie. Lavorava all’ospedale Morelli e abitava in Crespinedo, frazioncina in fondo a Tresenda.