Michele Buga ucciso dalla valanga a Madesimo, gara di solidarietà per i suoi husky

I due animali Timun e Garry che si erano persi nella bufera con il loro padrone poi scomparso sotto la neve sono ora accolti dalla Guardia di Finanza

Michele Buga, professore sessantenne trapiantato a Ballabio con i cani Timun e Garry

Michele Buga, professore sessantenne trapiantato a Ballabio con i cani Timun e Garry

Madesimo (Sondrio) - Fioccano in caserma, a Madesimo, dove c’è la base del Sagf, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza della località turistica, le telefonate di persone che chiedono di potere adottare i due cani husky sopravvisuti alla tragedia dell’altro giorno, a quasi duemila metri d’altitudine, dove il padrone dei bellissimi esemplari si era recato per riportarli a casa venendo travolto da una valanga che lo ha ucciso.

Le condizioni di innevamento sono cambiate proprio tra domenica e lunedì perché ha nevicato tanto e poi soffiato vento forte. Gli era stato raccomandato di aggiornarsi con i bollettini meteo, prima di recarsi al rifugio Bertacchi, dove il sentiero sino a domenica era praticabile, privo degli accumuli di neve presenti lunedì.

"Era stato consigliato di non andarci in eventuali condizioni meteo avverse. Ma non esiste nulla che vieti di andarci lo stesso". Probabilmente ha pesato, nella decisione, risultata fatale, la volontà di riprendersi gli animali. I cani quando Michele Buga, professore sessantenne di origine romena e da vent’anni in Italia, trapiantato a Ballabio, era riuscito a mettersi in contatto con le squadre di soccorritori che lo stavano cercando perché lui e gli animali si erano persi in quanto sorpresi, nel passato week-end, da una tormenta, si erano rifiutati di seguire a valle i militari. Dopo il ritrovamento del cadavere dell’insegnante, parzialmente sommerso dalla neve, a non molta distanza dal corpo esanime i cani, Timun e Garry - i due maschi husky che erano molto legati alla vittima - hanno finalmente seguito i militari del Sagf e ora si trovano nella caserma di Madesimo. Il comandante, Alessia Guanella, con la piena collaborazione dei colleghi si è subito adoperata per contattare almeno uno dei tre figli di Buga, non tutti rimasti in Romania, ma emigrati anch’essi, in particolare una figlia che abiterebbe nella Bergamasca, e non appena arriveranno in Valle Spluga consegnerà ai familiari i due animali ora orfani del suo padrone.

Saranno, evidentemente, loro a decidere se uno o entrambi potranno essere adottati da persone che possano prendersi cura con tanto amore come faceva il professor Buga, pianto ora da tanti che lo hanno conosciuto in questi anni anche nel mondo della scuola. Sul fronte delle indagini c’è poco da chiarire. Dai rilievi fatti dagli esperti sul luogo della disgrazia, a circa cento metri in linea d’aria dal rifugio alpino, in questo periodo invernale chiuso, non sono state individuate responsabilità a carico di terzi nell’evento valanghivo che è costato la vita allo sfortunato insegnante. Al punto che la Procura non pare assolutamente orientata a disporre l’autopsia. Il distacco della massa di neve, probabilmente ancora poco ancorata per la recente nevicata e in conseguenza delle temperature di questi giorni, non sarebbe stato provocato dal passaggio di nessun sci-alpinista, ma sarebbe avvenuto, in modo del tutto spontaneo.