Val Tartano, c’è la mulattiera che porta al 'Ponte nel Cielo'

Gli studenti del Pfp impegnati con i vecchi muratori del posto a realizzare il percorso con le tecniche di un tempo

Un paio di studenti del Pfp di Sondrio impegnati nella realizzazione della mulattiera

Un paio di studenti del Pfp di Sondrio impegnati nella realizzazione della mulattiera

Sondrio, 23 ottobre 2019 -  Un’altra opera di miglioramento dell’offerta turistica del piccolo borgo montano di Tartano e di valorizzazione delle migliori tradizioni e professioni montanar: da settembre è in fase di realizzazione, da parte del Consorzio Pustarèsc, la pavimentazione del percorso pedonale - circa 200 metri - che dal “Ponte nel cielo” porta al bivacco Frasnino. È stato scelto il tipico e tradizionale resc (acciottolato) che ripropone, in tutto e per tutto, l’antico sistema utilizzato dai nostri avi per i collegamenti pedonali utilizzabili anche dal bestiame e dagli animali da soma, le cosiddette “mulattiere” in pietra.

«Si è pensato di approfittare di questa rara occasione per coinvolgere la scuola degli operatori edili di Sondrio del Pfp (Polo di formazione professionale) nell’ambito di una richiesta di finanziamento a Fondazione Pro Valtellina - spiega Renato Bertolini, presidente del Consorzio Pustarèsc -. L’idea è stata bene accolta nel bando cultura e ambiente dell’anno in corso e, come sempre quando si tratta di aiuti della nostra Fondazione di comunità locale (che già aveva dato una grossa mano a suo tempo con il bivacco in Frasnino), siamo ora nella fase di ultimazione dei lavori».

Al lavoro c’è la ditta locale e consorziata “Augusto Bertolini”, affiancata dai muratori in pensione della contrada Campo, che hanno frequentato la scuola per muratori a Ponte in Valtellina negli anni Settanta, che insegnano agli studenti come si realizza l’acciotolato a selciatone e così si manterrà, nel futuro, l’arte della posa delle pietre, un po’ come avviene per i più famosi e decantati muretti a secco delle vigne, lavori per i quali, lentamente, ma inesorabilmente, stanno scomparendo le maestranze in grado di realizzarli.

«È doveroso ringraziare Marco Dell’Acqua, referente della Fondazione che è sempre stato a fianco del Consorzio anche nella complessa realizzazione del Ponte e il preside del Pfp, Evaristo Pini, che ha dedicato parte del suo prezioso tempo per organizzare la graditissima collaborazione che porta, per varie lezioni, diverse classi dei suoi studenti nella nostra vallata alpina. Il costo dell’intervento (25mila euro) è supportato, per il 60%, dalla Fondazione e per il rimanente da donazioni e dai proventi del “Ponte nel cielo” che, a solo un anno dalla sua inaugurazione, già riversa sul territorio i benefici degli utili che, ricordiamo, devono essere reinvestiti nel comprensorio consortile, come imposto dallo statuto di miglioramento fondiario, per quello che è la formazione di un circolo virtuoso perpetuo che si protrarrà negli anni».

I ragazzi sono accompagnati dall’istruttore Donato Del Dosso, con grande esperienza nel campo, e sicuramente ricorderanno, negli anni, questa insolita formazione all’aperto in un vero scomodo e impegnativo cantiere di montagna. A questi giovani è demandata una parte del «gravoso compito di mantenere in vita le migliori tradizioni costruttive per gli anni futuri, caratterizzati da un sempre maggiore uso di macchinari e attrezzature a svantaggio dell’abilità manuale». Un lavoro faticoso, grosse pietre di continuo spostate e posate con la sola forza delle braccia (e pochi arnesi), ma posate sul terreno con la doverosa precisione e arte affinchè il sentiero duri nel tempo e resista a usura e agenti atmosferici avversi. «Durante i primi lavori - aggiunge Bertolini - è stato emozionante e gratificante vedere all’opera i nostri “vecchi muratori” (Lino di 82 anni, Angelo, Paolo e Pierantonio) che con pazienza davano indicazioni preziosissime (non rintracciabili sui libri di testo) ai ragazzi del Pfp rivelatisi molto interessati a imparare il nuovo mestiere».