Vaccini, il modello Val Camonica funziona

Breno, Sandro Poggio di Asst: "Tra gli over 80 la copertura è del 60%. Abbiamo scelto piccoli hub"

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di Federica Pacella

La sfida dei vaccini? In Val Camonica si vince con la vaccinazione diffusa. Un modello che sta funzionando quello messo in piedi dall’Asst Val Camonica, in controtendenza con il resto della provincia e, si può dire, di buona parte del Paese. Sono tutti vaccinati, con prima e seconda dose Pfiser, gli operatori di Asst, Ats, Croci e personale di primo soccorso (1875) e il personale e ospiti di Rsa (1880). Hanno ricevuto la prima dose i 1200 aderenti tra personale delle professioni sanitarie, farmacisti, 742 la seconda. Tra gli over 80, la copertura è del 60% sui 6mila aderenti (7mila i residenti), grazie anche ai medici di medicina generale. Già somministrata anche la prima dose a forze dell’ordine (360), volontari della Protezione Civile (454); entro il 21 marzo si conta di coprire anche il personale scolastico, 1560 persone, pari al 95% del totale.

"Vista la tipologia del nostro territorio, abbiamo scelto di non avere grossi hub, che avrebbe complicato l’accesso delle categorie vaccinate fino ad ora", spiega Sandro Poggio, dirigente responsabile dell’Unità operativa complessa Area integrata della prevenzione e delle attività legali dell’Asst Val Camonica. Sono stati attivati invece 5 punti, tra Esine, Edolo, Capodiponte, Darfo Boario Terme e Pisogne.

Per la vaccinazione di massa i numeri cambieranno e per questo si pensa ad un hub al centro congressi di Boario, dove fare 2-3mila vaccini al giorno. Per ora, la vaccinazione diffusa è stata una scelta vincente, viste le difficoltà riscontrate nel resto della provincia dove i Comuni si stanno facendo carico di organizzare il trasporto degli over 80 nei centri vaccinali. "Stiamo cercando di essere il più possibile vicino alle persone", spiega Poggio. Superato anche il problema della gestione delle prenotazioni da parte dell’azienda regionale Aria, che ha creato non pochi disservizi.

"Per quanto riguarda gli over 80 – spiega Poggio – usiamo il portale della Regione, ma se le persone non si presentano all’appuntamento, le chiamiamo. Se c’è stato un disguido, non andiamo a casa fino a che non vengono a vaccinarsi". Gli operatori della Protezione civile ed il personale scolastico, invece, sono stati contattati direttamente tramite Asst o Ats. "Per la scuola, ad esempio, abbiamo dato le agende ai presidi ed ai coordinatori scolastici, in modo che riempissero gli slot. Su 20mila vaccini fatti, non abbiamo buttato via neanche una fiala". Notevole l’impegno organizzativo richiesto. "Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza delle vaccinazioni per l’infanzia, per le quali siamo la prima Asst lombarda".