Un’azienda su dieci a rischio per emergenza caldo e rincari

Secondo le stime di Coldiretti oltre un terzo degli agricoltori non riuscirà a recuperare i costi di produzione

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Aumento dei prezzi e rincari energetici stanno mettendo a durissima prova i cittadini valtellinesi e valchiavennaschi ma anche molte aziende agricole che, purtroppo, rischiano di saltare per aria. A far segnare i maggiori rincari sono i prodotti di base dell’alimentazione delle famiglie, che subiscono gli effetti dell’aumento dei costi energetici e di produzione conseguenti alla guerra in Ucraina, abbinati al caldo record ed alla siccità. "In cima alla classifica dei rincari al dettaglio ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole – sottolinea Coldiretti Sondrio – che risente del conflitto in Ucraina, uno dei principali produttori e che ha dovuto interrompere le spedizioni a causa della guerra.

Al secondo posto c’è il burro ed al terzo la pasta, seguita dalla farina (+21%). Al quinto e sesto posto entrano frutta e verdura, con la siccità che sta colpendo duramente le coltivazioni con forti cali dei raccolti. "Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne, dove – commenta Silvia Marchesini, presidente Coldiretti Sondrio – più di un’azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare al rischio di cessazione dell’attività, ma ben 13 del totale nazionale (30%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, per effetto dell’aumento dei costi di produzione". F.D.E.