Valtellinese uccisa in Giamaica, due sotto torchio

Omicidio di Patrizia Besio, fermati due sospetti: la Polizia spera in una rapida svolta nelle indagini

Patrizia Besio

Patrizia Besio

Poggiridenti (Sondrio), 6 dicembre 2019 -  Possibile svolta nell’omicido di Patrizia Besio, 46enne di Poggiridenti uccisa insieme al marito, Osbourne Richards, 49enne giamaicano, a Negrill, nel Paese caraibico. La polizia di Westmoreland ha infatti preso in custodia due sospetti in relazione al brutale omicidio dell’uomo d’affari e della moglie valtellinese, legati e assassinati a colpi di pistola in quella che la Polizia crede sia stata una rapina in villa sfociata nel sangue. Il sovrintendente Robert Gordon, comandante di Westmoreland, ha confermato che gli indagati da ieri sono sottoposti a interrogatorio e ha rivelato che «ci sono altri sospetti, attualmente ricercati dalla polizia».

Lo riferiscono i media locali, e in particolare il Jamaica Gleaner. «Siamo in una fase molto delicata della nostra indagine e, in breve tempo, ci aspettiamo di fare un importante passo avanti», ha spiegato Gordon. Il delitto al momento è ancora avvolto dal mistero. Una delle ipotesi è la rapina sfociata nel delitto della donna e del marito, la pista seguita, almeno ufficialmente, dalla Polizia. Dalla casa sarebbero spariti soltanto un frigorifero, un televisore con supporti elettronici e poco altro. L’altra pista è quella dell’agguato al marito dell’italiana. Entrambi sono stati trovati dai poliziotti allertati dai vicini della coppia,nella loro casa messa a soqquadro dai malviventi nella notte di venerdì scorso, con mani e piedi legati e con sul corpo i segni evidenti di diversi colpi di arma da fuoco. I familiari di Patrizia, però, non credono all’ipotesi di una rapina.

«So per certo che al momento non ci sono svolte ufficiali nell’omicidio di mia sorella, sono in costante contatto con gli investigatori in Giamaica – afferma Simone Besio, fratello di Patrizia -. Questi fermi, da quanto so, sono stati effettuati già qualche giorno fa. Ma non c’è nulla di certo e definitivo. La tesi della rapina finita nel sangue non regge. La storia della rapina mi sembra, a dire il vero, campata per aria. Mentre il movente potrebbe essere legato all’attività imprenditoriale di Obsourne che operava nel campo del commercio oppure all’acquisto di un terreno effettuato insieme da mia sorella e dal consorte e sul quale hanno costruito la loro villa, una circostanza che potrebbe avere dato fastidio a qualcuno. Per il rimpatrio della salma temo potrebbe volerci parecchio tempo».