Tirano, fuggi fuggi dal bar gestito da cinesi e i titolari prendono le "ferie"

Per informare hanno esposto un ironico saluto in dialetto valtellinese

Cartello al bar di Tirano

Cartello al bar di Tirano

Sondrio, 27 febbraio 2020 -  Prudenza sì. Esagerazione no, anche perché nella maggior parte dei casi incoraggiare il panico significa attuare terrorismo psicologico e tutto questo produce effetti spesso deleteri. Così anche a Tirano i locali, i negozi e i bar gestiti da cinesi arrancano e alcuni titolari scelgono addirittura di abbassare le serrande per alcuni giorni...o per sempre. È accaduto al "Margi Bar" in piazza delle Stazioni a pochi passi dalle Ferrovie Retiche. I titolari dell’esercizio pubblico, ritrovo particolarmente frequentato da residenti e turisti con diversi clienti abituali già dalle prime ore del mattino, da ieri hanno affisso un grande cartello all’ingresso.

«Si informa la gentile clientela che, vista la situazione creatasi negli ultimi giorni, il bar chiuderà in via precauzionale dal 26 febbraio 2020 fino a data da destinarsi. Ringraziamo per la comprensione e ci scusiamo per il disagio. A presto". Questa la comunicazione apparsa con tanto di battuta finale divertente, intelligentemente ironica, e soprattutto scritta in dialetto valtellinese, "An se vet ciucat!" ("ci vediamo ubriaconi!"), a testimonianza del fatto che i titolari del locale sono ben amalgamati alla comunità tiranese. Evidentemente è stato parecchio avvertito il calo degli avventori intimoriti dall’ipotetico pericolo di potersi ammalare e ghermiti dal panico. Il "Margi bar" non è, però, il solo esercizio ad aver chiuso i battenti al pubblico. Anche ristoranti e altri punti gestiti da titolari con gli occhi a mandorla hanno scelto di non aprire in questi giorni visto il calo di clientela e una psicosi dilagante. Del resto i timori collegati al coronavirus sono aumentati, così come spopolano on line troppe notizie fake, allarmistiche e imprecise sull’argomento. Comprensibile certamente la paura del contagio. Meno comprensibile, invece, anzi inaccettabile, la discriminazione.