Tanti gli imprudenti in quota, ma solo due pagano

Circa il 30% delle missioni di salvataggio riguarda escursionisti e alpinisti in difficoltà ma illesi. Il bilancio è di un paio di sanzioni

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Sono tanti gli imprudenti in gita sulla montagne lecchesi che rischiano la vita loro e dei loro soccorritori che poi li devono recuperare. Il conto da pagare è stato però presentato a pochi. Nei primi quattro mesi di quest’anno tra gennaio e aprile, i contabili di Areu, l’Agenzia regionale per l’emergenza e urgenza, hanno staccato solo due fatture per reclamare la compartecipazione alle spese sostenute per salvare escursionisti che si sono cacciati nei guai perché imprudenti, come i 5 giovani milanesi tra i 19 e i 23 anni che a marzo sono saliti sul Due Mani in mezzo ad una tormenta per una grigliata di mezzanotte in vetta con Nike e Vans ai piedi e gli zaini stracarichi di costine, birra e vino. Eppure le persone che si avventurano in quota dove, quando e come non dovrebbero e poi chiedono aiuto sono parecchie: circa il 30% delle missioni di salvataggio riguardano escursionisti e alpinisti in difficoltà ma illesi.

"L’esiguo numero delle richieste dipende da due fattori – spiegano dalla direzione generale di Areu -. Le chiamate pervenute al 112 per le quali non viene segnalata alcuna criticità sanitaria, vengono inoltrate direttamente ai vigili del fuoco, che possono provvedere al recupero degli escursionisti con il loro elicottero. Inoltre i componenti dell’equipe sanitaria intervenuti, di concerto con il medico della Soreu (Sala operativa regionali dell’emergenza urgenza sanitaria), possono ritenere comunque opportuno, e pertanto senza emissione di richiesta di pagamento, l’intervento effettuato, non solo sulla base della necessità di ospedalizzazione del paziente, ma anche delle sue condizioni psicofisiche in relazione alla situazione ambientale in cui lo stesso viene recuperato". La normativa regionale approvata nel 2015 prevede una compartecipazione alle spese per gli interventi di soccorso alpino e speleologico di chi non ha necessità di accertamenti clinici né di essere portato nemmeno in Pronto soccorso. Si va da 56 euro all’ora per un’ambulanza a 1.500 per l’elisoccorso, passando dai 95 per l’intervento dei tecnici del Soccorso alpino, comunque fino 780 euro massimi, con uno sconto del 30% per i lombardi e un invece un aumento del 30% per comportamenti palesemente imprudenti. D.D.S.