"Sono stata stuprata": si indaga a Livigno

La denuncia di una donna in vacanza nel Piccolo Tibet

Violenza sulle donne in un'immagine di repertorio

Violenza sulle donne in un'immagine di repertorio

Livigno (Sondrio), 13 aprile 2018 - «Sono stata violentata». Con queste parole si è presentata al Pronto soccorso una donna polacca in vacanza a Livigno nei giorni scorsi. E l’autore del terribile delitto non sarebbe una persona sola, ma un intero gruppo di suoi connazionali. È la notte tra lunedì e martedì, 9 e 10 aprile, quando la donna, in vacanza a Livigno da qualche giorno, finisce in una casa privata, affittata proprio dai polacchi. E da lì, uscirà solo dopo la violenza sessuale. Sono ancora tutti da chiarire i contorni di questa torbida e sconcertante vicenda che ha come teatro il Piccolo Tibet e per la quale risulta effettivamente una denuncia sporta proprio da una donna polacca. La conferma arriva direttamente dal procuratore capo di Sondrio, Claudio Gittardi. Anche se, a coordinare le indagini per cui è stata incaricata la Squadra Mobile della Questura di Sondrio, è il sostituto Elvira Antonelli.

Le indagini sono volte ad appurare quanto riferito dalla donna e anche a risalire, possibilmente, all’identità degli autori dello stupro. Non è ancora chiaro quanti siano. Stando alle poche informazioni trapelate nelle scorse ore, la donna (di cui non verranno resi noti dettagli a sua tutela), avrebbe passato la serata in un locale del centro di Livigno per poi accettare l’invito a casa del gruppo di uomini, anche loro in vacanza in paese. La donna potrebbe essere stata stuprata mentre era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di alcol. Si tratta di un episodio quantomai delicato, come hanno sottolineato gli inquirenti. Di certo, al momento, c’è la denuncia della donna sporta a seguito degli accertamenti medici ai quali si è volontariamente sottoposta dopo lo stupro. Un’altra certezza è che il luogo nel quale si sarebbe consumata la violenza di gruppo è un’abitazione, diversa dal residence nel centro del paese, dove la donna stava soggiornando per le proprie vacanze. Sulla vicenda vige il massimo riserbo proprio a causa della sua delicatezza che è aggravata dalla particolare condizione della donna, che si trova lontana da casa e dal tipo di reato, tra i più gravi e vili.