Berbenno, minacce e aggressioni: "Stalker da processare"

La Procura di Sondrio chiude l’indagine sul 55enne che da anni perseguita una donna. Lei chiese il porto d’armi

Piera Pendusci con una delle denunce

Piera Pendusci con una delle denunce

Berbenno, 16 maggio 2022 - A più riprese, negli ultimi anni, era stata bersaglio di minacce, condotte di molestia che l’avevano costretta a cambiare anche le abitudini di vita procurandole "un perdurante e grave stato di paura con fondato timore per la propria incolumità" (si legge negli atti dell’inchiesta), aveva altresì subito vere e proprie aggressioni fisiche e, inoltre, si era vista danneggiare l’abitazione, al punto da spingerla ad installare dei sistemi di video sorveglianza. E, più volte, le telecamere hanno ripreso il responsabile nell’atto di compiere i vandalismi. "La mia vita è diventata un inferno. Quando torno a casa, spesso la sera, dai turni di lavoro in ospedale a Sondrio, dove sono addetta alle pulizie, mi faccio accompagnare da mio fratello o amici e colleghi perché ho paura di essere aggredita", aveva dichiarato Piera Pendusci, vedova di 62 anni, residente a Berbenno.

Nelle scorse settimane, a “Il Giorno”, aveva raccontato il suo incubo e la richiesta fatta al suo legale di procurarle "il porto d’armi, per permettermi di difendermi da sola da quell’individuo violento perché la giustizia non fa nulla, non mi protegge". Il caso aveva sollevato enorme scalpore, non solo in Valtellina, e la vicenda aveva subito dopo preso un’altra piega. "Il giorno stesso della pubblicazione dell’articolo - ricorda l’avvocato Giuseppe Romualdi di Sondrio - la mia assistita è stata convocata in Procura, per essere ascoltata dal sostituto commissario, Mauro Menatti, in forza alla Polizia Giudiziaria, sulle numerose denunce presentate, ma che sembravano essere state dimenticate in un cassetto. Fu chiamata pure, nella stessa giornata, da un funzionario dell’Anticrimine della questura. L’indagine ha preso immediatamente un nuovo impulso, grazie all’attività disposta dal magistrato Chiara Costagliola che ha fatto convocare diversi testimoni e poi ha chiesto e ottenuto dal gip Fabio Giorgi, in tempi rapidi, una misura cautelare a carico dell’indagato, Sem Partesana di 55 anni, consistente nel divieto di avvicinamento alla persona offesa. Deve mantenere una distanza minima di 500 metri".

Ora, al termine delle indagini, con l’acquisizione delle dichiarazioni dei testimoni, i filmati allegati alle querele, i rapporti di carabinieri e polizia, i referti dei medici per le lesioni riportate alla gamba sinistra, al polso della mano e poi altre ferite in due distinte aggressioni in un caso anche con un rastrello in metallo, il sostituto procuratore Costagliola ha chiesto che l’uomo venga processato. E l’ufficio del Giudice per le udienze preliminari, con decreto emesso il 4 maggio, ha fissato la data delll’udienza davanti al Gup, Antonio De Rosa, che si terrà il 15 settembre.