"Spaccio, non ammazzo" Ma è ergastolo per Como

Eupilio, era accusato di aver ucciso un 39enne con tre spari a distanza ravvicinata dopo avergli fatto scavare la fossa e averlo fatto inginocchiare a terra

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Ergastolo per Edmond Como, l’albanese di 46 anni, residente a Garbagnate Monastero, accusato dell’omicidio di Metaj Besnik, connazionale. Il corpo del 39enne era riaffiorato il 2 aprile 2017 da un bosco di Eupilio, al Cornizzolo, durante una giornata di pulizia dei boschi. Un volontario aveva notato un ciuffo di capelli spuntare tra le foglie. La sentenza è stata letta ieri dalla Corte d’Assise di Como, davanti alla quale l’imputato aveva deciso di andare a processo per difendersi da un quadro, a suo parere, indiziario ma non sufficientemente solido.

Era accusato di avere esploso tre colpi di pistola alla testa da distanza ravvicinata, dopo averlo fatto inginocchiare e avergli fatto scavare la fossa in cui era stato seppellito, completamente privato degli abiti. "Sono uno spacciatore, non un assassino, e non sono quel mostro che dipingono i giornali. Non ho ucciso Metaj", aveva dichiarato Como Edmond, dopo che una serie di testimoni, a partire dalla Squadra Mobile della Questura di Treviso, avevano ricostruito il contesto di spaccio di stupefacenti in grossi quantitativi, all’interno del quale si riteneva fosse maturato l’omicidio. Le indagini, portate avanti nel comasco dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Como, erano arrivate ad accertare che la vittima si era trovata in una fortissima esposizione debitoria, dopo che la polizia gli aveva sequestrato un grosso carico di droga, tre quintali di marijuana che Metaj gli aveva nascosto in un casolare. Convinto di aver subito un furto, aveva iniziato a riscuotere crediti con una serie di soggetti, coinvolgendo lo stesso Como, che gli aveva garantito 45mila euro, in aggiunta ad altri 100mila dovuti da un gruppo di calabresi. L’omicidio sarebbe stato la conseguenza di una degenerazione dei rapporti tra i due, un mese prima del suo ritrovamento, durante gli spostamenti tra il Veneto e la Lombardia alla ricerca del denaro. La sentenza ha accolto completamente la richiesta del pubblico ministero di Como Simona De Salvo, mentre la difesa dell’avvocato Enrico Belloli aveva insistito sulla mancanza di elementi sufficienti a attribuire la responsabilità dell’omicidio. Red.Cro.