Sanità in Valtellina: pensione per 20 medici e 31 assunzioni, ma i dubbi restano

I numerosi pensionamenti stanno creando una grossa falla che si aggraverà sempre più, soprattutto nei comuni territorialmente disagiati come quelli montano

Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Sondrio 14 febbraio 2018 - Per fare il medico di base serve un corso triennale e l’attuale sistema delle scuole di specializzazione, per il prossimo futuro, non garantisce un numero sufficiente di specialisti, soprattutto se rapportato ai corposi pensionamenti. Si sta creando una falla profonda che si aggraverà sempre più, soprattutto nei comuni territorialmente disagiati come quelli della Valtellina e della Valchiavenna che richiedono maggiore disponibilità agli spostamenti.

Lo stesso vale per i medici ospedalieri, nonostante la deroga per le zone di montagna fatta dalla Regione, rispetto alle leggi nazionale che bloccano il turn-over, che ha consentito all'Azienda socio sanitaria Valtellina - Alto Lario di indire una serie di bandi. «Nel 2018 - riferiscono dagli uffici del presidio di Sondrio- andranno in pensione 20 medici, a fronte di 31 assunzioni a tempo indeterminato (assegnate tramite bandi) che si sommano ai tempi determinati che verranno stabilizzati».

Entrando più nello specifico, l'azienda ospedaliera riferisce che 2 cessazioni per pensionamento riguarderanno i dipartimenti di emergenza e accettazione, 4 quello di chirurgia, 3 i servizi clinici, 2 la salute mentale e dipendenze, 3 il materno infantile, 1 cronicità e fragilità e 5 medicina. Mentre delle 31 assunzioni, 12 riguarderanno l'emergenza e accettazione, 6 la chirurgia, 5 i servizi clinici, 2 le cronicità e fragilità, 2 la medicina e 4 il materno infantile. Nel 2017, inoltre, sono stati nominati 13 primari in diversi servizi. Un quadro apparentemente rincuorante, ma i dubbi rimangono. Riguardano, innanzitutto, il raffronto con lo storico. Del personale medico e infermieristico uscito negli ultimi anni, solo una minima parte è stato rimpiazzato. Esistono delle carenze sistemiche che le nuove assunzioni, probabilmente, non riusciranno a coprire. È quello che emerge parlando con chi in ospedale ci lavora. Poi c'è l'adesione effettiva ai bandi. Non è detto che per tutti quelli che l'azienda indirà, ci sarà sufficiente partecipazione. Nonostante il benefit regionale di 5000 euro lordi l'anno per chi decide di lavorare in montagna. Negli ultimi concorsi di anestesista e di ortopedia, ad esempio, le persone che si sono presentate sono state insufficienti. Proprio queste due specializzazioni sembrano presentare particolari criticità. Per la seconda, si parla di una decina di posti in meno rispetto al pieno organico.