Sondalo, al “Morelli” fioccano le dimissioni

In questi giorni ha lasciato anche il neurochirurgo Giovanni Cella l’ultimo in ordine di tempo a cessare l’attività al presidio dell’Alta Valle

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di Michele Broggio

Ha presentato le proprie dimissioni il neurochirurgo Giovanni Cella, fino a pochi giorni fa in forza all’ospedale Morelli di Sondalo. A puntare l’attenzione sulla direzione - sia generale sia sanitari – ritenuta "incapace" è Ezio Trabucchi, del comitato “Io sto con il Morelli”, da subito schierato a difesa del nosocomio dell’Alta Valtellina.

"Validi professionisti se ne vanno, vittime di una situazione ‘ambientale’ particolarmente difficile e dell’azione costante di smantellamento del Morelli – sottolinea -. Oggi ci scrivono alcuni medici per dare atto che la nostra (pubblica e forte) denuncia dei mesi scorsi era fondata e motivata, ma che essa è rimasta sostanzialmente inascoltata". A rimarcare la grave situazione nella quale si trova l’ospedale di Sondalo anche un’altra anima del comitato, Giuliano Pradella, tra i firmatari del progetto di sviluppo sanitario alternativo a quello presentato dal politecnico di Milano.

"Con l’ultima notizia riguardante il caso Cella – sottolinea - si esauriscono le possibilità della ricostituzione del Morelli. Complimenti a chi dorme e a chi distrugge". Intanto gli attivisti tornano a proporre, per l’ennesima volta, l’unica soluzione che, dal loro punto di vista, potrebbe assicurare un futuro d’eccellenza all’ospedale di Sondalo ovvero garantire al nosocomio l’autonomia attraverso la costituzione di una fondazione di partecipazione pubblico-privata. A guardare con rammarico alle dimissioni del medico anche Gerlando Marchica, segretario provinciale FsiCsa: "Questo è l’ennesimo colpo inferto alla struttura del Morelli. Il mio pensiero, naturalmente, corre alle migliaia di cittadini che non potranno più rivolgersi a Cella per i propri problemi. Questa, purtroppo, è solamente l’ultima situazione di degrado che sta, obiettivamente, portando il Morelli verso il depauperamento". Delicata, secondo Marchica, anche la posizione dell’ospedale di Sondrio: "Con le casistiche attuali – prosegue – presto anche Neurochirurgia verrà tolta dal nosocomio del capoluogo, così come non troveranno più posto le alte specialità. Con il tempo quello che ci aspetta è di diventare un “ospedalino” di zona, con l’Unità spinale trasferita direttamente a Lecco e, nella migliore delle ipotesi, la struttura valtellinese verrà usata per le consulenze e i Poliambulatori".