Morto in Valmalenco, i Ris di Parma sequestrano computer e cellulare

Prelevati anche altri apparecchi telematici

Il sopralluogo dei Ris di Parma

Il sopralluogo dei Ris di Parma

Chiesa in Valmalenco, 28 dicembre 2018 - Due fratture importanti alla testa (orbitale e occipitale), che potrebbero essere compatibili con una caduta al suolo, ma anche con colpi ricevuti alla nuca da un corpo contundente. Il cadavere di Mattia Mingarelli, il 30enne comasco ritrovato 200 metri a monte in un bosco la vigilia di Natale, da alcuni sciatori sulla seggiovia, “non ha parlato” completamente nell’autopsia.

C’è attesa, per fare piena luce, anche dai prelievi del Dna del trentenne per capire un’eventuale collutazione, oltre che i risultati tossicologici. Insomma, sono diversi i punti ancora da chiarire e la Procura, diretta da Claudio Gittardi, non scarta neppure ipotesi di reati minori come l’omissione di soccorso e l’occultamento di cadavere. E ieri, dopo gli specialisti del Sis di Milano, al rifugio “Barchi” sono arrivati i Ris di Parma (ne parliamo anche nelle cronache lombarde) che hanno prelevato il pc del rifugista, un cellulare e altri supporti telematici.

«A me spiace per quanto successo - ci ha dichiarati nella mattinata di ieri il titolare, Giorgio Del Zoppo, 49 anni prima della visita dei Ris - ma io a Mattia, che avevo incontrato la prima volta due anni fa e poi il giorno della scomparsa, non ho fatto nulla di male. Non sono uno stinco di santo, lo ammetto, ma da qui a pensare anche solo per un momento che possa avergli fatto del male ce ne passa. Gli ho aperto la porta anche se ero chiuso, perchè stavo eseguendo alcuni lavori, e abbiamo bevuto insieme due calici di vino e fatto uno spuntino. Io ho la coscienza tranquillissima. Troppi guardano i telefilm di Csi e hanno costruito castelli di fantasie su di me. Per me è stato vittima di un incidente. Non ricordo se quel giorno avesse scarpe adatta alla montagna. Mi chiede se l’ho cercato anch’io ? Ho dato un’occhiata nel bosco, ma qui vicino e senza trovarlo neppure io. Anche i soccorritori non avranno guardato in quel punto. Ho creduto che se ne fosse andato. Invece è stato vittima di una disgrazia. Sono molto dispiaciuto anche per i suoi familiari...Ma io, ripeto, non ho responsabilità».