Scomparso in Valmalenco, il gestore del rifugio: "Mattia non era un mio amico"

Giorgio Del Zoppo è stato uno degli ultimi a vedere il giovane comasco

Ricerche di Mattia Mingarelli

Ricerche di Mattia Mingarelli

Sondrio, 21 dicembre 2018 -  «Non conoscevo bene Mattia, l’avevo visto due volte. La prima qualche anno fa, la seconda il venerdì che è scomparso. Era passato da me non perché eravamo amici, ma perchè voleva qualche camera per Capodanno per conoscenti». A parlare, ancora una volta, è Giorgio Del Zoppo, soprannominato il “gufo”, uno degli ultimi a vedere Mattia Mingarelli, il 30enne comasco di Albavilla, di professione agente di commercio, scomparso da due settimane nella zona dei Barchi in Valmalenco, sopra San Giuseppe.

Il gestore del ristoro Barchi, ancora sotto sequestro, ha parlato ai microfoni della trasmissione “Chi l’ha visto”, che ha dedicato un ampio servizio alla scomparsa del giovane comasco. La trasmissione ha messo in risalto le incongruenze nel racconto di Del Zoppo, sentito a più riprese dagli inquirenti come persona informata dei fatti. Sarebbe stato lui, infatti, l’ultimo a vedere Mattia, con cui, sempre stando al racconto del “gufo”, aveva trascorso alcune ore prima la sera della scomparsa.

Due calici di vino e un tagliere di crudo, poi il 30enne si sarebbe congedato attorno alle 19.30. Torniamo alle stranezze. «Attorno all’una e mezza di notte mi sono trovato in camera il mio cane con quello di Mattia, Dante – ha raccontato -. La mattina fuori dal rifugio ho trovato del vomito e l’ho pulito, poi ho notato il telefono di Mattia, era spento. Per vedere se funzionava l’ho acceso, ma la sim era bloccata, così ho messo la mia. Poi è arrivato un messaggio, era il papà di Mattia». Un racconto strano, quantomeno. La presenza del vomito è il primo dettaglio che salta all’occhio. È stato Mattia a sentirsi male?

«Se fosse stato male sarebbe rientrato, comunque si sarebbe poi trovato», ha detto Giorgio Del Zoppo. Ci si domanda, poi, come il papà di Mattia sia riuscito a mandare un messaggio sul telefono del figlio se in quel momento all’interno c’era una scheda sim di Del Zoppo. Tutte domande senza risposta, ma che fanno sorgere dubbi e sospetti. Intanto, si fa sempre più solida la convinzione che Mattia Mingarelli non si sia allontanato volontariamente e non abbia messo in atto alcun gesto autolesionista. «A pranzo ha bevuto del vino, la bottiglia a fine pasto era a metà e lui mi ha detto: “Stasera la finiamo a cena”. Ma non è mai arrivato», la testimonianza della titolare del rifugio “La Gusa”.