Scomparso in Valmalenco, i genitori: "Non si è suicidato"

Altra giornata di ricerche senza risultati, i familiari però restano fiduciosi: "Mattia era un ragazzo tranquillo, non crediamo alla fuga"

Carabinieri al Ristoro Barchi

Carabinieri al Ristoro Barchi

Sondrio, 16 dicembre 2018 - Un'altra giornata di inutili ricerche nei boschi della Valmalenco da parte di diverse squadre del Soccorso Alpino della Valtellina, dei Vigili del fuoco e della Guardia di finanza. Sono ormai passati 10 giorni dalla misteriosa sparizione di Mattia Mingarelli, ma del 30enne agente di commercio di Albavilla (Como) non c'è alcuna traccia.

"Siamo in una situazione d'attesa - afferma l'avvocato Stefania Amato, nominata dalla famiglia per seguire gli sviluppi dell'indagine e tenere a debita distanza i giornalisti - È un mistero fitto la sparizione di Mattia, un ragazzo dalla vita tranquilla come tanti altri giovani della sua età. La famiglia esclude l'allontanamento volontario e non ha mai neppure preso in considerazione l'ipotesi del suicidio". I genitori e la sorella dell'agente di commercio, per seguire da vicino le indagini, continuano a restare nella zona di San Giuseppe, a quota 1.700 metri, nel territorio comunale di Chiesa in Valmalenco (Sondrio), dove il ragazzo per trascorrere in tranquillità il ponte dell'Immacolata aveva raggiunto la baita affittata dai familiari.

I genitori e la sorella nutrono fiducia sul fatto che, a breve, si possa finalmente giungere a una svolta. Il prolungato silenzio degli inquirenti, coordinati dal procuratore Claudio Gittardi, fa pensare che la soluzione sia vicina. I familiari sono, ovviamente, preparati anche al peggio su quanto potrebbe essere capitato al loro caro. Intanto rimane sotto sequestro il rifugio alpino di Giorgio Del Zoppo, l'ultimo ad avere visto il giovane poi svanito nel nulla.

La Procura di Sondrio, nelle ultime ore, ha dissequestrato soltanto una parte dello stabile con alcuni alloggi, prenotati da tempo da alcuni turisti, che hanno un ingresso separato da quello del rifugio il cui titolare ha riferito ai carabinieri di avere trovato abbandonato nella neve il cellulare di Mattia, a pochi metri di distanza da un'ampia chiazza di sostanze alimentari vomitate.