Giallo in Valmalenco, Mattia: l’invito a cena e la scomparsa

Parla la donna che gestisce il rifugio dove il giovane ha alloggiato

I carabinieri del reparto scientifico

I carabinieri del reparto scientifico

Chiesa in Valmalenco (Sondrio), 16 dicembre 2018 - Ricerche a tappeto sospese, almeno per ora, anche se gli inquirenti proseguiranno le verifiche in determinate zone, sulla base di quanto emergerà nei prossimi giorni dalle indagini. Ma non si smette di cercare Mattia Mingarelli, il 30enne di Albavilla, agente di commercio scomparso nel nulla 9 giorni fa, venerdì 7 dicembre, in provincia di Sondrio, nella zona dei Barchi in Valmalenco. Ricerche mirate, senza più cani molecolari a battere la zona boschiva a 1.700 metri di quota, niente più droni né elicotteri, stop alle decine di uomini impegnate da giorni. Ora si punta sulle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Sondrio, partendo dalle certezze che ci sono e, soprattutto, dalle testimonianze, in particolare quelle ritenute attendibili. Come il racconto di Graziella Polattini, che con il marito gestisce il rifugio La Güsa, proprio in località Barchi, e che venerdì 7 dicembre ha visto arrivare alla trattoria Mattia attorno a mezzogiorno.

«Mi ha detto: “Mangio fuori perché ho il cane”. Con lui infatti c’era Dante, nessun altro – racconta Graziella -. Mi ha detto di essere arrivato ai Barchi in auto e di essere passato da casa sua per lasciare i bagagli. Dopo pranzo, più o meno attorno alle 14.30, ci ha salutato dicendoci di voler andare a fare una passeggiata nella neve fino al Palù. Prima, però, mi ha detto che avrebbe voluto spostare la sua Audi al parcheggio di San Giuseppe perché temeva che una nevicata avrebbe potuto bloccarlo in quota. Io gli ho detto di non restare a casa da solo, che lo avremmo aspettato per cena se si accontentava di una minestrina. Ma qui non è mai arrivato. Ma non ci siamo preoccupati e non lo abbiamo contattato, anche perché non ho il suo numero di telefono. Solo il giorno dopo ci ha chiamato la famiglia per chiederci se lo avevamo visto e così sono scesa fino a casa sua per vedere se magari fosse in baita. E invece di lui non c’era traccia. Non abbiamo proprio idea di cosa sia successo».

Intanto, per una svolta nelle indagini e per poter indirizzarle verso una pista definita si attendono i risultati dei rilievi effettuati in questi giorni nella baita e nel Ristoro Barchi, entrambi posti sotto sequestro, dai carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche di Milano, inviati agli esperti del Ris di Parma. Risposte sono attese anche dall’analisi del cellulare di Mattia, trovato sabato mattina dal gestore della trattoria, Giorgio Del Zoppo, l’ultimo a vederlo prima che sparisse, la cui testimonianza però non sembra essere ritenuta del tutto attendibile.