Scomparso in Valmalenco: una settimana, zero risposte

Mattia Mingarelli pare svanito nel nulla nei boschi. Fondamentale ricostruire i suoi spostamenti

Macchina delle ricerche in azione

Macchina delle ricerche in azione

Chiesa in Valmalenco (Sondrio), 14 dicembre 2018 - Ancora nessuna traccia di Mattia Mingarelli, e il mistero sulla sua scomparsa si infittisce di giorno in giorno. Le ricerche dell’agente di commercio 30enne residente ad Albavilla, in provincia di Como, e scomparso ormai da una settimana in Valmalenco non si sono mai fermate: da giorni Vigili del fuoco, unità cinofile con cani da ricerca persona in luoghi impervi e i cani molecolari del Comando carabinieri di Firenze, uomini del Soccorso alpino della VII Delegazione di Valtellina e Valchiavenna, militari del Sagf della Guardia di finanza e volontari della Protezione civile, stanno setacciando un’area boschiva a quota 1.700 metri e oltre.

Una zona abbastanza ampia, ma sono gli stessi inquirenti ad ammettere che, nonostante le condizioni meteorologiche non siano certo ottimali, è strano che non si sia trovata ancora traccia di Mattia. Domenica nella zona ha nevicato, ma non più di una ventina di centimetri di coltre bianca che difficilmente possono aver nascosto il passaggio del 30enne. Ma, allora, dov’è finito Mattia Mingarelli? Per risolvere il mistero, ne sono convinti gli investigatori, bisogna riuscire a ricostruire i suoi ultimi spostamenti. Ma, anche qui, le cose non sono affatto semplici. Sentite dai carabinieri del Comando provinciale di Sondrio in questi giorni le ultime persone che hanno visto l’agente di commercio comasco. E se la testimonianza di Graziella Polattini, proprietaria del rifugio «La Gusa» è ritenuta assolutamente attendibile (ha raccontato che Mattia venerdì pomeriggio ha pranzato al rifugio attorno alle 12, per poi congedarsi verso le 14.30 affermando di voler spostare l’auto al parcheggio di San Giuseppe per poi fare una passeggiata sulla neve con il cane Dante fino al Palù), quella del «gufo», alias Giorgio Del Zoppo, gestore del Ristoro Barchi, sembra non convincere. Non sono gli inquirenti a dirlo esplicitamente, sia chiaro, ma fa pensare il fatto che il procuratore capo della Repubblica di Sondrio, Claudio Gittardi, abbia sottolineato come dalle 16 di venerdì 7 dicembre non ci siano più tracce di Mattia, e nemmeno è sicuro che, dopo la passeggiata, sia ritornato verso i Barchi. Eppure, Del Zoppo ha raccontato che Mattia sarebbe arrivato alla sua trattoria attorno alle 18, avrebbero bevuto insieme alcuni calici di vino e si sarebbe congedato prima delle 20. Gli inquirenti forse non ritengono attendibile il racconto del «gufo»? Intanto, del caso si sono occupati nei giorni scorsi anche le trasmissioni Rai «Chi l’ha visto» e «La vita in diretta».