Sci, protocolli Covid e aperture: impiantisti appesi a un filo

Giacomelli, Sib: "C’è un’ipotesi di lavoro che prevede tutti i criteri di sicurezza". Gestori delle funivie e Regioni sottoporranno la bozza al Governo

Il via della stagione sciistica era previsto in quasi tutte le località a fine novembre

Il via della stagione sciistica era previsto in quasi tutte le località a fine novembre

Sondrio, 9 novembre 2020 - Sono mille le domande del comparto turistico valtellinese, il cuore pulsante e trainante dell’economia di un’intera zona che vive di sci e che coinvolge un gran numero di persone e famiglie. Il via della stagione invernale, previsto in quasi tutte le località a fine novembre o al massimo ai primi di dicembre, è praticamente saltato ma la preoccupazione di tutti gli operatori è rivolta ai giorni e ai mesi successivi.

"La chiusura totale degli impianti – dice Valeriano Giacomelli, amministratore delegato della Sib (Società impianti Bormio) - comporterebbe una perdita globale di diversi milioni di euro". Poche parole, chiare, nette. Da qui non ci si scappa, purtroppo. Quella della mancata apertura degli impianti rappresenterebbe un disastro incalcolabile per un distretto come quello dell’Alta Valtellina che vive di turismo. E si sa che è sempre stata la stagione invernale a portare guadagni. La mancanza degli stranieri porterà ad una contrazione notevole degli incassi perché lo si sa che, nelle ultime stagioni vista la situazione economica poco rosea di molte famiglie italiane, i soldi negli alberghi e nelle strutture valtellinesi, così come del resto in un po’ tutta Italia, arrivavano perlopiù da sciatori e amanti della montagna provenienti da oltre confine. Gestori di impianti, insieme alle Regioni stanno lavorando per presentare al Governo un protocollo che consenta la riapertura. "C’è un’ipotesi di protocollo che prevede tutti i criteri di sicurezza: distanziamento, sanificazione dei veicoli, possibilità di acquisti on line delle tessere per evitare assembramenti".

Preoccupato è anche l’ad della Fab (Funivie al Bernina) Franco Vismara: "Siamo appesi ad un filo, speriamo che il protocollo che andremo a sottoporre al Governo sia approvato dal Comitato tecnico scientifico e che ci sia poi l’ok per la riapertura. A mio avviso con un po’ di buon senso si potrebbero aprire gli impianti ma non sono io che decido. In teoria l’apertura è saltata, sempre che le condizioni non migliorino di qui ad inizio dicembre e che ci sia il via libera del Governo per la circolazione almeno tra i vari Comuni della regione. Se non dovessimo riaprire sarebbe un danno gravissimo per l’economia di un’intera valle. In questa malaugurata ipotesi speriamo che, perlomeno, il Governo predisponga un aiuto economico adeguato. In Trentino e in Piemonte la Regione ha già detto che si accollerà le spese dell’innevamento artificiale. Mi auguro che si accodi anche la Lombardia altrimenti chi si prenderà il rischio di spendere centinaia di migliaia di euro senza avere la certezza della riapertura?".