Schianto sul Legnone "David, una leggenda"

Il ricordo degli amici del top-gun morto nell’incidente aereo in Altolago "Per noi era un pilota di enorme talento, la sua perdita è devastante"

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La tragedia del Legnone tiene banco anche sui giornali inglesi per via della vittima, l’istruttore di volo David Ashley, che viveva a Poole una della città portuali più importanti della Gran Bretagna. "Era una leggenda, ci ha lasciati troppo presto, non doveva succedere a uno come lui - ha spiegato un amico, intervistato da un giornale del Dorset, la contea dove il pilota - ex RAF - si era stabilito con la moglie. Non è la prima volta che il top-gun rischiava la vita: anche durante un volo di addestramento militare in Qatar nel 2019 si era eiettato a bassa quota e aveva rischiato di perdere un occhio. Una cosa gravissima per un pilota del suo calibro. Colpito da una scheggia era stato curato e così non aveva perso la vista, ma la serie di traumi che aveva riportato lo avevano tenuto lontano dall’attività per lunghi mesi. Alla fine però l’amore per il volo aveva avuto il sopravvento. "Aveva passato così tanto con il suo precedente incidente ed era riuscito a riguadagnare la sua leggendaria forma fisica - ricorda l’amico, ed ex pilota della Royal Navy, Toby Everitt -. Sembrava aver creato una vita professionale e familiare di successo con la sua adorabile famiglia". Un altro compagno di volo, Scott Williams, ufficiale e comandante di squadrone nella RAF, lo ricorda durante gli anni di servizio nell’esercito britannico. "Quegli anni avventurosi rimangono tra i miei ricordi più cari. Non c’è mai stato un momento di noia con Dave nei paraggi". E lo ricorda come "un pilota e istruttore di enorme talento, ha sempre portato il suo disarmante senso dell’umorismo e la sua energia illimitata con la pioggia o con il sole. La sua perdita è devastante".

Anche per questo in Gran Bretagna i tabloid hanno sollevato parecchi interrogativi sull’incidente di volo, nonostante Alenia Aermacchi continui a sostenere, come ha fatto fin dai primi istanti dopo la tragedia, che l’M-346 decollato alle 11.14 dalla pista di Venegono Superiore, in provincia di Varese, non ha subito alcun guasto. Una tesi che sarebbe stata confermata anche da Giampaolo Goattin, il collaudatore della Leonardo spa ai comandi del jet, che al pm ha spiegato di non essere più riuscito a governare il biposto in uscita da un looping, attivando la procedura di espulsione prima dello schianto contro la montagna. Dimesso dall’ospedale Niguarda il top-gun italiano è già tornato a casa, ma nei prossimi giorni dovrà essere ascoltato di nuovo dalla Procura. Per Ashley invece non c’è stato nulla da fare, il suo paracadute si è aperto troppo vicino alla parete di roccia. Già nel corso dei prossimi giorni, condizioni meteo permettendo, potrebbero iniziare le operazioni di recupero dei resti del velicolo precipitato nel canalone appena sotto la vetta del Legnone. Intanto, dopo che il pm Andrea Figoni ha sentito il superstite subito dopo lo schianto, i carabinieri hanno invece raccolto la testimonianza di cinque escursionisti che hanno visto l’aereo precipitare.