Riserva Val Belviso, petizione dei cacciatori

Le doppiette chiedono al sindaco di revocare il contratto con l’azienda faunistica

L’azienda venatoria controlla la riserva di caccia orobica

L’azienda venatoria controlla la riserva di caccia orobica

Teglio, 16 maggio - C’è aria di secessione in paese dove i cacciatori e il gruppo di minoranza Comune di Tutti hanno presentato una raccolta di firme e una petizione per chiedere al sindaco, Elio Moretti, di revocare il contratto con l’Azienda Faunistico Venatoria Valbelviso-Barbellino che controlla la riserva di caccia. "Non sussistono più le condizioni pattuite – spiegano i cacciatori – Sono stati sollevati dal loro incarico dei dipendenti e non sono stati sostituiti secondo gli accordi. Il patrimonio faunistico è un bene pubblico, ma i cacciatori sono confinati da oltre trent’anni a cacciare nel proprio orticello, va bene, però un divieto deve essere per tutti, senza privilegi per qualcuno". In pratica si chiede di dare il benservito alla più antica riserva di caccia d’Italia, oltre che una delle più estese con una superficie di 12.535 ettari che comprendono le province di Sondrio, Brescia e Bergamo. La gestione dell’Azienda Faunistico Venatoria si basa su una direzione scientifica, una segreteria amministrativa e un corpo di vigilanza, composto da un capo guardia e da 10 guardie giurate.

«Gli agenti – si legge nello statuto - oltre a svolgere le normali attività di controllo del territorio e della fauna e di ausilio al prelievo venatorio, supportano le amministrazioni locali, sulla base di specifiche richieste alla direzione, per iniziative di educazione ambientale". Secondo i cacciatori di Teglio però negli ultimi anni la riserva si sarebbe curata poco degli interessi della Val Belviso. "Noi rivendichiamo il diritto all’uguaglianza, vogliamo che tutti indistintamente presentando i requisiti richiesti abbiano le stesse opportunità – concludono - Una volta restituito il territorio alla gente di Teglio si potrà discutere di gestione della caccia con la provincia, creando zone di ripopolamento, di osservazione didattica della fauna e zone di prelievo venatorio. Trattare con il Cai la sistemazione dei sentieri, una nuova segnaletica e la valorizzare la via delle Orobie. Il Comune potrà erigere dei bivacchi, un rifugio gestito per accogliere escursionisti famiglie alpinisti, punto mountain bike, molto in voga ovvero creare servizi e posti di lavoro per far conoscere queste belle montagne, lavorando in sinergia anche con i paesi vicini".