Reparti Covid-19, la pressione non cala

L’ospedale “Morelli” sempre in sofferenza anche a causa della mancanza di personale: ieri era assente il 17% dell’organico

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Al Morelli aumentano i posti letto ma rimane il grande problema della carenza di personale. Il sesto reparto Covid-19, aperto soltanto tre giorni fa con 10 posti letto, da oggi ne avrà altri 10 per rispondere alle sempre più pressanti esigenze di ricovero dei malati che necessitano di cure ospedaliere che, in attesa di essere trasferiti, vengono assistiti nei reparti Obi (Osservazione breve intensiva), attualmente 27. Oggi al Morelli risultano ricoverati 180 malati Covid-19, un numero praticamente identico a quello di mercoledì (180), sul quale incidono gli otto decessi, avvenuti tutti nella giornata di giovedì, che si vanno ad aggiungere ai 38 di novembre per arrivare a 46 in meno di tre settimane. Se si considera la seconda ondata, a partire da metà settembre, il totale è di 64 decessi. Le otto persone decedute giovedì, tre donne e cinque uomini, sono nate una negli anni venti, cinque negli anni trenta, due negli anni quaranta.

Tra i 180 pazienti ricoverati attualmente, sono 11 quelli in condizioni gravi e ricoverati in terapia intensiva. Il dato relativo ai 55 nuovi ricoveri negli ultimi due giorni evidenzia una pressione che ancora non tende a calare. Se sul fronte delle strutture, nonostante la pressione, non sussistono criticità a ricavare e allestire nuovi spazi per i malati Covid 19, permangono notevoli difficoltà invece sul fronte del personale, in particolare per quanto riguarda infermieri e operatori socio-assistenziali. A questa carenza si somma quella relativa ai dipendenti assenti per malattia, Covid compreso, in congedo parentale o che usufruiscono dei permessi della Legge 104, e quelli in isolamento obbligatorio perché entrati in contatto con persone risultate positive. Nella giornata di ieri non erano al lavoro 140 dipendenti, circa il 17% del totale, 81 a Sondalo e 59 a Sondrio. "Quello che rappresenta un problema in un contesto ordinario - spiega il direttore generale dell’Asst Valtellina e Alto Lario Tommaso Saporito - diventa un’emergenza in una situazione drammatica come questa, con evidenti ripercussioni sull’organizzazione del servizio e anche sugli altri dipendenti, ai quali siamo costretti a chiedere un impegno ulteriore. È fuori dubbio che la vera questione oggi è rappresentata dalla carenza di personale poiché senza infermieri e operatori socio-sanitari i reparti non possono funzionare". Fulvio D’Eri