Piazzalunga: a 97 anni è morta Silvia, ultima abitante del borgo

La donna era rimasta la solitaria residente della piccola frazione di Ardenno, che si anima soltanto d’estate

Silvia Salini

Silvia Salini

Ardenno, 6 novembre 2019 - L’ultimo baluardo di Piazzalunga non c’è più, l’ultima donna originaria del piccolo borgo nel territorio comunale di Ardenno, a 700 metri di quota, e lì ancora residente, si è spenta alla veneranda età di 97 anni, e ora la splendida località rischia di scomparire. Qualche giorno fa, infatti, è venuta a mancare Silvia Salini, «minuta, curata, garbata, modesta, schietta, di acuta intelligenza, amava spesso ricordare gli insegnamenti di suo padre, un uomo saggio che, nell’Italia del dopoguerra e del boom economico, la invitava a cavalcare gli inevitabili cambiamenti della società – racconta Cinzia Spini, che a Piazzalunga ha passato gran parte della sua gioventù ed era particolarmente legata alla 97enne -.

E Silvia, nel corso della sua lunga vita, ne ha visti moltissimi da quel lontano 29 luglio del 1922, quando venne alla luce nell’allora vivace borgo del Comune di Ardenno, mantenendo però sempre fede ai propri ideali». Con la sua morte se ne è andato un pezzo importante di storia locale: la sua dipartita sancisce «la fine» dell’accogliente e ridente Piazzalunga, una piccola frazione che, a partire dagli anni ’60, come la maggior parte dei paesi di montagna, ha assistito al progressivo abbandono. Ma la tenace Silvia non ha mai voluto scendere a fondovalle. Il borgo si anima ancora, seppur meno rispetto al passato, nei mesi estivi, quando i vecchi residenti si ritrovano in quelle che ora sono diventate seconde case, con figli e nipoti. Ad agosto, poi, la festa paesana che viene ancora organizzata in occasione delle celebrazioni di Sant’Abbondio, protettore di Piazzalunga, a cui è intitolata la splendida chiesetta al centro della frazione.

Ma Silvia è sempre rimasta lì. Una donna di altri tempi che, nonostante le fatiche del duro lavoro dei campi e l’impegno quotidiano di accudire mucche e galline, ha serenamente seguito con forte senso del dovere e altrettanto piacere il ciclo naturale delle stagioni, coltivando la grande passione di andar per funghi, rigorosamente porcini, e di curare amorevolmente i suoi splendidi fiori e gli amati gatti. «Una persona che credeva nell’amicizia e nella ricchezza dei rapporti umani – prosegue Cinzia Spini -. Anche nell’ultimo difficile periodo ha conservato lucidità e pacatezza straordinarie: rassicurava parenti ed amici sulle proprie condizioni di salute sottolineando la mancanza di dolore ed esprimendo gratitudine per le attenzioni ricevute. Una donna semplice e, al contempo, di spessore, che nella sua originalità rappresenta un modello di riferimento pure per le giovani generazioni. Grazie Silvia per le tracce significative che hai lasciato nella comunità e buona continuazione di viaggio».