Sondrio, pertosse fra neonati. Una mamma: "I vaccini salvano vite"

L’appello di una madre dopo la malattia del figlio

Contro la disinformazione sui vaccini

Contro la disinformazione sui vaccini

Alta Valle, 16 marzo 2019 -  «I vaccini salvano vite», a dirlo è Alice Cafaro, mamma del piccolo Liam, uno dei neonati della provincia di Sondrio che, nelle ultime settimane, ha contratto la pertosse. Fortunatamente il bambino – ancora ricoverato presso l’ospedale di Sondalo – è ormai in via di guarigione, ma la madre sottolinea i rischi in cui un neonato può incorrere a causa di bambini a cui non è stata effettuata la profilassi. «Mentre ero in stato di gravidanza avanzato – ricorda Cafaro – sono venuta in contatto, senza saperlo, con una bambina che aveva contratto la pertosse, figlia di genitori contrari ai vaccini. A causa del sistema immunitario stressato – comune a molte donne in stato di gravidanza avanzato – sono stata contagiata e ho trasmesso i batteri a mio figlio, nato una settimana dopo l’esposizione al contagio».

Nel bambino, fortunatamente, il pediatra di fiducia ha riconosciuto immediatamente i sintomi della pertosse – molto spesso strazianti quando si manifestano in neonati, Liam ha compiuto solo il primo mese di vita – e ha ordinato l’immediato ricovero presso il reparto di patologia neo natale di Sondalo.

«Da bambina – sottolinea ancora la madre – ero stata vaccinata contro la pertosse ma, a volte succede, non ho trasmesso gli anticorpi a Liam. Purtroppo non ero a conoscenza della possibilità di effettuare il vaccino contro questa malattia infantile nella 28ª settimana di gravidanza, in caso contrario lo avrei fatto sicuramente. Da quanto mi è stato riferito, inoltre, il personale medico è stato autorizzato a proporre questa profilassi alle donne in attesa solamente a dicembre, data nella quale io avevo già superato il tempo massimo utile per ricevere il vaccino. Spero che la nostra storia possa servire a convincere i genitori no-vax ad effettuare i vaccini sui propri figli: spesso non ci si rende conto che certi comportamenti possono mettere a rischio la vita dei bambini che non si possono vaccinare, o perché sono immunodepressi o perché sono ancora troppo piccoli». Intanto, in base ai dati raccolti dall’Ats della montagna, sarebbero 25 i bambini, nel territorio comunale di Sondrio, a non essere in regola con le vaccinazioni.