Pensionati costretti al freddo e al buio

Anche se l’85 degli anziani vive in una casa di proprietà per colpa dei continui rincari è impossibile pagare le bollette

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Pensionati lecchesi alla canna del gas. E dell’elettricità. La metà di loro non ha nemmeno i soldi per pagare le bollette e, in seguito agli ultimi rincari del prezzo dell’energia che salirà ancora a causa della guerra in Ucraina, in molti per cercare di arrivare a fine mese stanno in casa al freddo e al buio. A lanciare l’allarme sono i sindacalisti dello Spi Cgil, secondo cui il 47% percento dei circa 78mila pensionati della provincia di Lecco riceve un assegno inferiore ai 1.000 euro, e il 18% sotto i 500 euro di minima. Anche o 23mila lecchesi che percepiscono la reversibilità sono in difficoltà, perché mediamente incassano 746 euro lordi. Una ricerca evidenzia inoltre come in Lombardia, Lecco compresa, circa l’85% degli anziani viva in una casa di proprietà: un dato di per sé positivo, ma che nasconde pure un problema, perché si tratta nella maggior parte di abitazioni vecchie e troppo grandi costruite negli anni ’70 e ’60, difficili e costose da scaldare per l’elevata dispersione di calore.

"Abbiamo purtroppo notizia di tanti anziani che chiudono i caloriferi e rimangono a vivere in un solo locale o mangiano al buio per non consumare corrente elettrica – denuncia Pinuccia Cogliardi, segretaria generale dello Spi Cgil Lecco -. Tutto questo non è accettabile. Le case stanno diventando sempre più luoghi di solitudine e preoccupazione. Il benessere degli anni del boom, quando il futuro non faceva paura, un ricordo lontano". Il conflitto scoppiato ai confini del Vecchio continente in una zona strategica per l’approvvigionamento energetico, specie di metano, sta ulteriormente peggiorando la situazione. Senza dimenticare i rincari di tutti i beni di prima necessità: "Un aumento in alcuni casi a due cifre del costo di beni di prima necessità – sottolinea la segretaria dello Spi Lecchese -. Ad esempio la pasta: è più cara addirittura di quasi il 40%".