Sondrio, operatori a digiuno a Pasqua

Agriturismi e Coldiretti in allarme: "Le annunciate chiusure ennesima mazzata"

Agriturismi alle prese con la crisi a causa del Covid (Archivio)

Agriturismi alle prese con la crisi a causa del Covid (Archivio)

Sondrio - La Pasqua rischia di diventare un altro appuntamento mancato per rialzare le sorti del turismo valtellinese. Le restrizioni paventate da molti per il periodo pasquale, dovute alle norme di contrasto alla diffusione del Covid 19, rischiano di ripercuotersi in maniera importante sull’economia di un settore come quello turistico già fortemente in sofferenza dopo una stagione invernale che, di fatto, non è mai incominciata. Non c’è pace per il turismo: dopo l’azzeramento sostanziale della stagione sciistica c’è grande attesa per le nuove misure restrittive che stanno fermando i programmi di viaggio di un italiano su tre (32%) per le vacanze o gite fuori porta in previsione della Pasqua. Emerge da un’analisi condotta da Coldiretti/Ixe’ all’indomani dell’annuncio del ministro della Salute, Roberto Speranza, sull’entrata in vigore del nuovo Dpcm che varrà poi dal 6 marzo al 6 aprile.

"Quello con le festività pasquali è un appuntamento importante che segna in Valtellina e Valchiavenna un momento particolare della stagione turistica – dice Silvia Marchesini, presidente Coldiretti di Sondrio -. Il territorio ha già pagato un prezzo altissimo e non può permettersi di arrivare a ridosso delle festività pasquali nell’incertezza. A rischio c’è un sistema di servizi, ospitalità e agri ristorazione che può contare in Italia su 493.319 posti a tavola e 285.027 posti letto e che prima della pandemia poteva contare su un fatturato di 1,5 miliardi di euro grazie a poco più di 14 milioni di presenze, delle quali ben 8,2 milioni provenienti dall’estero". Preoccupati anche i gestori degli agriturismi che stanno pagando a carissimo prezzo gli effetti delle norme restrittive anti Covid 19 imposte negli ultimi mesi. "In Valtellina e Valchiavenna gli agriturismi sono spesso situati in zone isolate e in strutture familiari, con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto: si tratta – sottolinea il presidente di Terranostra Sondrio, Angelo Cerasa – di luoghi sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di prevenzione per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Oltre a rispettare tutte le prescrizioni e come ulteriore impegno a garanzia di tutti abbiamo anche creato un vademecum interno per rafforzare le misure anti contagio: l’agriturismo è casa nostra e la sicurezza è quella per le nostre famiglie. Chi viene da noi si deve sentire sicuro come a casa propria". Un messaggio forte, comune o simile a quello di ristoratori e gestori in primis. Ora la palla passa al Governo.