Parco degli Olmi dimenticato

La vasta area verde utilizzata dalla Pro loco è diventata una “foresta” dove regna il degrado

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di Gabriela Garbellini

Avevamo già segnalato più volte la notizia da queste colonne, durante gli scorsi anni, rammentando, inoltre, i numerosi appelli della popolazione relativamente l’importanza di riqualificare al più presto l’area verdeggiante del Parco degli Olmi, situata a Tirano lungo l’Adda a due passi dal centro storico cittadino, da sempre utilizzata dalla Pro loco tiranese per svariate manifestazioni e serate danzanti ridotta da tempo, decisamente da troppo tempo, a un pericoloso ricettacolo di sporcizia abbandonato all’incuria.

Era stato assicurato sia dalla Pro loco tiranese che dall’amministrazione comunale che si sarebbe provveduto in tempi adeguati a ripristinare le doverose condizioni di sicurezza, cura e decoro garantendo così una fruibilità dell’area che, senza dubbio, racchiude innegabili potenzialità turistiche. Un ripristino necessario prima che la zona possa in futuro diventare sede di ritrovi notturni e disagio giovanile. Sono passati oltre due anni, ma quell’area è rimasta così. Certamente la pandemia ha rallentato il tutto. Fatto sta che ad oggi lo spettacolo non è dei migliori. Il volto verdeggiante del luogo è cambiato certamente. Cambiato in peggio. Le erbe infestanti sono ormai cresciute a dismisura, le panchine in legno, ghermite dagli artigli del tempo che inesorabile scorre su ogni cosa, sono rotte e ormai quasi sprofondate nel terreno, le staccionate sono consumate, le grandi pentole dove si cucinavano le pietanze tipiche tiranesi sono accatastate alla belle e meglio in un angolo assieme ad altri oggetti inservibili, rifiuti e bottiglie rotte sul terreno. Ogni attrezzatura è abbandonata in una scenario desolante. Palcoscenico en plein air senza più musica e dalle luci spente da troppo tempo seminascosto fra alti alberi, il Parco degli Olmi rivendica la sua dignità.

L’augurio della popolazione è, dunque, che quest’anno questa zona verde possa nuovamente rifiorire e possa tornare ad ospitare sagre, iniziative, giornate culturali all’aria aperta proprio come un tempo quando le lunghe tavolate e i commensali festanti erano sinonimo d’estate e turisti da ogni dove raggiungevano Tirano per gustare la prelibatezza dei Chiscioi. Una festa icona durata per oltre 26 anni e lasciata morire senza valido motivo.