Valtellina, ospedali: "Uniti, o si perde la battaglia"

L’ex senatore Jonny Crosio entra nel dibattito sul piano del Politecnico. La ricetta? "Condividere le scelte con il territorio"

L'ospedale di Sondrio (National Press)

L'ospedale di Sondrio (National Press)

Sondrio, 13 febbraio 2020 - Molte le critiche mosse al piano presentato dal Politecnico in materia di sviluppo sanitario. A guardare con diffidenza alle prospettive contenute nel documento redatto dall’ateneo milanese, oltre ai comitati sorti a difesa della sanità di provincia e ad alcuni amministratori locali – in prima fila i sindaci dell’Alta Valle – anche Jonny Crosio, ex senatore della Lega, tuttora attivo sul territorio, seppur senza ricoprire cariche istituzionali. «Seguo con molto interesse il dibattito sul futuro degli ospedali – sottolinea Crosio, che ha partecipato all’incontro di lunedì scorso a Sondalo tra i sindaci dell’Alta Valle e oltre 300 cittadini –. Non sono esperto in materia di sanità ma credo sia abbastanza evidente un errore di merito sulle scelte intraprese».

Molti i punti che non convincono all’interno della proposta dell’università milanese che, tra le altre cose, propone un accentramento delle funzioni nel capoluogo, un mantenimento dei presidi di Chiavenna (si parla di ospedale di comunità) e di Morbegno e uno spostamento da Sondalo verso Sondrio di due specialità, chirurgia vascolare e chirurgia toracica – per un totale di 14 posti letto – compensati dalla creazione di un «presidio montano» caratterizzato da specializzazioni quali Traumatologia, Unità spinale e Pneumologia. La proposta Pradella, elaborata in contrapposizione allo studio del Politecnico, prevede al contrario per l’ospedale di Sondrio una vocazione oncologica, per quello di Sondalo, la trasformazione in un grande centro per la gestione delle emergenze urgenze, per Morbegno l’apertura di un punto di primo intervento h24 e un efficiente sistema di poliambulatori e per Chiavenna le funzioni di ospedale di base.

A essere criticata da Crosio è la stessa scelta di affidare al Politecnico la redazione di un nuovo studio quando un documento in grado di dettare le linee sullo sviluppo sanitario in Valtellina e Valchiavenna era già stato approvato – e condiviso da tutti i sindaci – sotto la presidenza provinciale di Massimo Sertori. «Credo che quella fosse la piattaforma su cui andava impostata la discussione – spiega –. Capisco che molti sindaci si siano trovati disorientati e che alcuni di loro pensino a portare a casa un risultato immediato per il proprio territorio, ma se gli amministratori non si presentano uniti l’unica alternativa è una morte lenta degli ospedali periferici». Dubbi anche sulle scelte “imposte dall’alto”: «Attilio Fontana è persona serissima – conclude –. Si è assunto l’impegno di non adottare decisioni d’imperio ma di condividere le scelte con il territorio. Chi agisce per suo conto se ne ricordi».