Sanità, a Sondalo nasce il comitato "Io sto con il Morelli"

In tanti all’assemblea "Ultima chiamata... per la nostra sanità di montagna"

Centinaia le persone nel palasport sondalino (National Press)

Centinaia le persone nel palasport sondalino (National Press)

Sondalo, 20 novembre 2016 - La rivoluzione è donna. O almeno ne sono convinti i partecipanti all’assemblea «Ultima chiamata... per la nostra sanità di montagna», svoltasi in un gremito palazzetto dello sport nella serata di venerdì e promossa dal neonato «Comitato a difesa della sanità montana - Io sto con il Morelli» che in tale occasione ha scelto di presentarsi ufficialmente, di far sentire la propria voce ed esternare le proprie preoccupazioni alla comunità, alle autorità, ai dirigenti di Asst della Valtellina e Alto Lario, al sottosegretario lombardo Ugo Parolo, ai sindaci, ai parlamentari, alle organizzazioni sindacali ma anche ai rappresentanti del mondo sociale e sportivo.

Un comitato apartitico e apolitico, nato da comuni cittadini, che vede al suo interno tre giovani donne, Melania Sozzani, Ilaria Peraldini e Gemma Borgni (oltre ad altri componenti: Pietro Del Simone, già sindaco di Tirano, Mattia Crasti e Caio Schieppati), preoccupati per le modalità di presentazione e i relativi contenuti del Poas (Piano di organizzazione aziendale strategica) dell’Azienda socio sanitaria territoriale della Valtellina Alto Lario presentato in Regione Lombardia lo scorso 28 ottobre. Un gruppo sceso in campo per difendere la sanità montana che, è giusto ricordare, negli ultimi 10 anni ha registrato preoccupanti tassi di fuga. Un sodalizio che intende «lottare per i diritti di chi abita in un territorio montano (differente rispetto alla città), affinchè venga nel contempo riconosciuta la storicità dell’ospedale Morelli».

«La mancata condivisione del Piano con la Conferenza dei sindaci, quale autorità sanitaria locale del territorio, rappresenta secondo noi cittadini, una grave scorrettezza istituzionale - ha dichiarato Peraldini a nome del Comitato -. Umiliare e svilire i sindaci, significa umiliare e svilire i cittadini. Non si può tollerare che l’Asst non rispetti gli organismi preposti a tutela della nostra sanità territoriale negando di fatto i compiti riconosciuti dalle normative vigenti. Ci siamo chiesti perchè in una realtà completamente montana come la nostra, già penalizzata sotto diversi punti di vista, non venga realmente applicato il modello di sanità di montagna, così come indicato da Regione Lombardia che prevede maggiori investimenti sul territorio».

Un Comitato che chiede ascolto, dunque, avanzando due principali richieste: un incontro con il presidente della Conferenza dei sindaci a cui rinnovano pieno sostegno e richiedono di convocare la conferenza e di valutare il loro progetto di sanità di montagna, mentre la seconda indirizzata all’Asst con la richiesta di sospendere immediatamente questo Poas. Numerosi gli interventi susseguitisi nel corso della serata. Un pubblico costituito da una folta partecipazione di dipendenti e infermieri del Morelli, del reparto di Neurochirurgia, ma anche di semplici cittadini. Non sono mancati i politici (fra gli altri presenti Matteo Barberi, 5 Stelle) e i sindacalisti (fra gli altri Marco Contessa). Tra i sindaci oltre a Luigi Grassi e ad Andrea Pellerano, sindaco di Castello dell’Acqua, Roberto Volpato, sindaco di Bormio, Antonio Pruneri di Grosio e Guido Patelli di Grosotto.

«Non è accettabile che non vi sia confronto con il territorio - ha tuonato Patelli -. Il progetto calato dall’alto è il contrario di quanto previsto dalla sanità di montagna». Apprezzato anche l’intervento di Giorgio Mosconi, medico grosino che vive in America: «Dal Colorado sono venuti a Sondalo per imparare a curare la tubercolosi. L’ospedale non è fonte di spesa, ma di opportunità». Una battaglia a difesa della sanità di montagna sposata anche da diverse organizzazioni, tra cui anche le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, oltre alla Fials con Salvatore Falsone.