Operaio sepolto dal crollo del soffitto: 4 condanne per l’infortunio sul lavoro

Nazareno Bretti, 58 anni di Giussano era morto nel 2017. Ora si è concluso il processo. agli imputati di omicidio colposo

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di Paola Pioppi

Nazareno Bretti, operaio edile di 58 anni di Giussano, il 14 maggio 2017 era morto sul lavoro, ucciso dal cedimento di un soffitto che lo aveva seppellito. Il processo ai quattro imputati rimasti a dibattimento, accusati di omicidio colposo derivante dalla mancata adozione di adeguate misure di sicurezza, si è concluso con le loro condanne, decise dal giudice monocratico di Como Emanuele Quadraccia. La pena più alta, 3 anni, è giunta per Luca Sala, 47 anni di Bellagio, socio e direttore tecnico per la sicurezza della Edil Bellagio, impresa affidataria dei lavori, di cui Bretti era dipendente. Carlo Toresani, 57 anni di Bellagio, coordinatore in fase di progettazione, è andato incontro a una condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione, mentre gli altri due soci della Edil Bellagio, Christian Rossi, 45 anni di Bellagio, Gabriele Rossi, 49 anni di Lezzeno, sono stati condannati a 4 mesi di reclusione, con pena sospesa. Le attenuanti generiche prevalenti sono state concesse solo a questi ultimi due imputati, riconoscendo un coinvolgimento indiretto in quanto accaduto. Quel giorno Bretti stava lavorando all’interno di un edificio di via alla Piana, e in particolare all’allargamento della porta di ingresso, quando la soletta del piano superiore aveva ceduto, travolgendolo. Il giudice, nel motivare la sentenza, ha evidenziato la mancanza del modello di organizzazione finalizzato alla prevenzione degli infortuni sul lavoro da parte dell’azienda, e la violazione delle norme a causa del "mancato allestimento di opere provvisorie atte a mettere in sicurezza la volta e l’indebito utilizzo del mini escavatore, realizzando un apprezzabile risparmio di spesa o un aumento di produttività", evitando quindi l’impiego di ulteriore tempo e manovalanza.

Così Bretti era andato incontro a un decesso avvenuto "in modo straziante – dice il giudice – a causa della completa occlusione delle vie respiratorie", per un "profitto aziendale anteposto alla tutela della vita e della salute dei lavoratori". La sentenza ha anche condannato la Edil Bellagio a una sanzione di 90mila euro, e disposto una provvisione di 30mila euro a testa alle parti civili, tra cui la convivente della vittima, come anticipo del risarcimento che dovrà avvenire in sede civile. In precedenza era già stato condannato a 2 anni, con rito abbreviato, il committente dei lavori.