Omicidio Sacchetto, depositata istanza di revisione del processo Rossi

Il legale: "Allegate alla nostra istanza di revisione ci sono tre nuove perizie che dimostrano come Sacchetto si sia tolto la vita e non sia stato ucciso da Rossi"

Donald Sacchetto

Donald Sacchetto

Ardeno, 3 febbraio 2017 - L'istanza di revisione del processo nei confronti di Simone Rossi, condannato a trent'anni di carcere per l'omicidio di Donald Sacchetto, è stata depositata venerdì mattina in Corte d'Appello di Brescia. Il delitto avvenne ad Ardenno la notte tra il 16 e il 17 maggio del 2009 e con il corpo che venne ritrovato nella cava di Rossi. "Allegate alla nostra istanza di revisione ci sono tre nuove perizie che dimostrano l'innocenza del mio assistito", ha spiegato l'avvocato bresciano Marino Colosio, legale di Simone Rossi, attualmente detenuto nel carcere di Porto Azzurro. Allegate all'istanza ci sono una consulenza balistica a cura di Pietro Benedetti, le osservazioni di natura medico legale del professor Gentilomo e una consulenza fonica a cura di Andrea Valeri. "Dimostriamo che Donald Sacchetto si è tolto la vita e non è stato ucciso da Rossi", ha dichiarato l'avvocato Colosio. 

"La richiesta di revisione sin fonda su tre nuove prove tecnico-scientifiche atte a dimostraren la fondatezza della pista probatoria alternativa del suicidio", si legge nell'istanza di revisione del processo a carico di Simone Rossi depositata dal suo legale in Corte d'Appello di Brescia. "Il consulente balistico sottolinea come nessuna indagine rispetto alla superficie interna della bocca del bossolo sia stata effettuata al fine di accertare la composizione chimica del proiettile; non è stato indagato il fondello dei bossoli che avrebbe consentito di appurare l'esplosione dalla medesima arma; in ultimo, sono mancate compiute indagini rispetto all'individuazione del modello dell'arma o delle armi da cui sarebbe esplose le cartucce", si legge nell'istanza di revisione.

Solo pochi giorni fa Simone Rossi aveva scritto una lettera alla famiglia ringraziandola per quanto fatto fino ad oggi e ribadendo la sua innocenza. "Avrei dovuto semplicemente chiamare le forze dell'ordine quella notte, ma ho contaminato in buona fede una scena che di crimine non era assolutamente trasformandola in una che in linea teorica lo poteva diventare", ha scritto Rossi. Sull'istanza di revisione la madre di Rossi commenta: "Ne abbiamo viste tante in questi anni. Ora c'è speranza di far emergere la verità. Mio figlio ha riconosciuto l'errore di aver occultato il corpo ma non ha ucciso lui Donald Sacchetto. Mio figlio - ha aggiunto la donna - è vittima di un errore giudiziario".