Imprenditore valtellinese ucciso in Repubblica Dominicana, spuntano due piste

Le indagini sulla morte di Nicola Gerosa forse vicine a una svolta. Tempi lunghi invece sul rimpatrio della salma

Nicola Gerosa

Nicola Gerosa

Chiuro, 24 ottobre 2019 - Non ci sono passi avanti, al momento, nell’indagine per fare piena luce sul barbaro omicidio di Nicola Gerosa, il 57enne imprenditore valtellinese ucciso a colpi di pistola nella serata di venerdì a Boca Chica. L’unico dato certo è che il socio dell’ucciso, il 42enne brianzolo Cristian Besana, dopo essere stato a lungo ascoltato dagli inquirenti locali, è stato rilasciato nella stessa giornata senza alcuna accusa a suo carico.

Nella località caraibica, meta ogni anno di migliaia di turisti anche dall’Italia, le ipotesi che si fanno sul delitto - commesso in perfetto stile mafioso, con diversi colpi d’arma da fuoco esplosi da due vetture che hanno affiancato quella della vittima - sono due. Una legata agli affari dell’uomo originario di Chiuro il quale era titolare di un affermato locale notturno, un piano-bar che attirava numerosi clienti. Un locale, insomma, molto bene radicato nel tessuto sociale della città, a differenza di un altro concorrente - non suo - che, invece, annaspava, faticava parecchio ad avere la clientela necessaria a mantenerlo in vita. Qualche elemento di spicco della criminalità dominicana aveva cercato di allungare le mani sul piano-bar di successo dell’italiano e quest’ultimo si era opposto alla cessione

L’altra pista, invece, sarebbe legata al sesso, ovvero alla frequentazione di belle donne del posto, magari al fatto che su una avvenente signorina possano avere messo gli occhi più di una persona, fra cui, magari, proprio Gerosa che potrebbe avere pagato con la vita questo presunto interesse. Ma si tratta di supposizioni avanzate da ambienti vicini a quelli investigativi, ancora alla ricerca di conferme ufficiali.

Intanto i familiari e gli amici stretti del 57enne, che al ritorno in Valtellina la scorsa estate, aveva manifestato l’intenzione di chiudere entro l’anno le attività nello Stato del Centroamerica, per fare definitivo rientro nella terra d’origine, non sanno ancora quando la salma di Nicola sarà rimpatriata e, quindi, non si conosce ancora la data del funerale. L’autopsia, nel frattempo, è stata eseguita, ma passeranno ancora diverse settimane, probabilmente, prima che le autorità dominicane concederanno il nullaosta per “liberare” il cadavere. È prassi, infatti, in questo Paese, di procedere alla disidratazione del cadavere prima di dare il via libera per il trasporto aereo del corpo senza vita: un trattamento preventivo per questioni sanitarie.