Olga, come i genitori per trovare i dispersi

Per anni Tito Davini, nato a Brescia nel 1922, e la moglie Adele si sono dedicati a riportare in patria i soldati italiani dispersi in Russia dopo la II guerra mondiale. "Mio padre si era reso conto – ricorda la figlia Olga – che i soldati partiti per la Russia non erano più tornati, neanche da morti". Nel 1965, grazie a papa Giovanni XXIII, Tito era arrivato fino al Cremlino, riuscendo a portare a casa la terra di Nikolajewka (poi distribuita tra i sacrari militari) e la promessa dell’emissario di Kruscev di portare in Italia almeno un corpo, mantenuta, grazie ad Adele, solo dopo la caduta del Muro, quando Davini era deceduto. Alla morte della madre, Olga ha deciso di proseguire l’impegno dei genitori. Lo scorso anno il primo grande risultato, con la consegna della lettera, ritrovata in un libro, del soldato Vincenzo Fugalli (morto a 23 anni a Nikolajewka), consegnata alla famiglia di Barletta.