Nuovi aiuti per le vittime di guerra: il convoglio partito da Bergamo

I tre volontari hanno portato in Polonia beni di prima necessità e medicinali, con loro sono tornati in Italia 13 profughi

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Hanno guidato senza sosta per 1.650 chilometri per portare cibo, passeggini, vestiti, scarpe, pannolini, garze e medicinali per la popolazione ucraina oppressa dalla guerra e per caricare e portare nella Bergamasca 13 profughi, tra i quali alcune mamme. È il lungo viaggio intrapreso nei giorni scorsi dall’imprenditore di Sovere Franco Cattaneo, insieme al collega Giorgio Berta e al vicesindaco del Comune del Sebino Massimo Lanfranchi, con destinazione la Polonia e la missione di padre Luca Bovio, missionario della Consolata di Torino, che alla periferia di Varsavia, a Kielpin, ha già accolto oltre 1.500 profughi ucraini, soprattutto donne e bambini.

La trasferta in Polonia è stata organizzata dall’associazione Giovani Idee, che proprio a Varsavia, nel 2014, ha condiviso con i giovani ucraini la partecipazione alle giornate europee e alla Parata Schumana. Il viaggio dei due imprenditori e del vicesindaco di Sovere non si è fermato in Polonia, ma è proseguito fino al confine con l’Ucraina, dove i volontari bergamaschi hanno consegnato due generatori per un orfanotrofio colpito dalle bombe dell’aviazione russa. "Poi - spiega Franco Cattaneo - siamo andati in una stazione e, con l’aiuto di un’interprete collegata da Sovere in videoconferenza su un telefono cellulare, abbiamo caricato 13 persone per portarle in Italia. Non sopportavamo di vedere in televisione bambini e anziani straziati dalla guerra, senza fare nulla per loro. Così abbiamo deciso di partire".

Al rientro il convoglio ha fatto tappa in un monastero di suore a Salisburgo, dove sono stati ospiti per una notte prima di fare rientro a Sovere. Qui sono stati accolti in una struttura messa a disposizione da un sacerdote che si trova a Bologna. "Il rientro è stato commovente - hanno sottolineato i tre volontari bergamaschi - , soprattutto per queste persone che arrivando nel nostro Paese hanno potuto finalmente tirare un sospiro di sollievo e si sono sentite in salvo, lontane dagli orrori della guerra.

Ora stiamo raccogliendo altro materiale e speriamo di riorganizzarci presto per tornare. Là c’è tantissima gente che ha perso tutto e ha bisogno di aiuto". In provincia di Bergamo sono già arrivati oltre 2mila profughi, la metà dei quali ha meno di 18 anni. A fuggire infatti sono soprattutto le donne con i loro bambini, mentre agli uomini è proibito allontanarsi dal Paese per partecipare alla resistenza. Nel caso di Bergamo la maggior parte dei profughi ha trovato accoglienza tra le famiglie della locale comunità ucraina, ma già nei prossimi giorni potrebbero essere mobilitate per l’accoglienza anche le associazioni che si sono già date da fare per la raccolta di generi alimentari e di prima necessità.

Michele Andreucci