Crollo di rocce: paura a Novate Mezzola

L’azione del disgelo delle nevi con il forte vento ha provocato l’ennesimo dissesto. Nuova fuga dalle case

La nuvola di polvere causata dalla frana sopra le abitazioni di Novate Mezzola

La nuvola di polvere causata dalla frana sopra le abitazioni di Novate Mezzola

Novate Mezzola (Sondrio) - Ancora un crollo, a Novate Mezzola, di materiale roccioso. Stavolta in pieno giorno, attorno alle 11 di ieri. In questa circostanza ad alcune centinaia di metri dall’ultimo. E, pertanto, un nuovo allarme lanciato dal giovane sindaco, da sempre attento alle problematiche ambientali del territorio che amministra con i suoi bravi collaboratori. "In questo caso - spiega infatti Fausto Nonini - il distacco è avvenuto nel punto esatto in cui vogliono aprire la nuova cava, non in quello, per intenderci, avvenuto nel gennaio di un anno fa. Per fortuna, in questa occasione, non dobbiamo segnalare feriti e neppure danni alle abitazioni. Ma i residenti hanno udito in modo distinto la caduta del materiale dal versante montuoso del monte Avedèe e non è mancata la paura". La frana si è verificata da un’altezza di circa 400 metri, sotto c’è una parte dell’abitato di Novate Mezzola. Si è visto alzarsi in cielo una grande nube di polvere e qualche abitante è riuscito, seppure con qualche secondo di comprensibile ritardo, a riprendere con i cellulari e alcune macchine fotografiche il momento in cui alcuni massi precipitavano sul fondovalle. 

"Nell’arco di dodici mesi quello di ieri mattina è stato il dodicesimo crollo - sottolinea il sindaco Nonini, mentre ci mostra alcune delle immagini scattate - ossia circa uno al mese. Ma il numero è sicuramente per difetto. Il conto si riferisce a quelli ufficialmente registrati, ma i distacchi effettivi sono stati, in realtà, molti di più. Il materiale, nell’ultimo episodio di mercoledì mattina, si è frantumato e si è disperso nelle zone circostanti, senza interessare, fortunatamente, il nucleo abitato". Il giovane primo cittadino, della località con 1900 abitanti, fa un’altra interessante analisi, alla luce di quest’ultimo fatto: "La frequenza degli eventi testimonia che la dinamica di versante è molto attiva. Sotto la montagna, che si è dimostrata una volta di più fragile, c’è il paese. Il 22 gennaio 2021 siamo stati costretti a disporre l’immediata evacuazione di una trentina di abitazioni, per complessive circa ottanta persone, sino a circa trecento metri di distanza dal luogo della caduta dei massi".

La situazione di continuo dissesto aveva spinto la Cm Valchiavenna, la scorsa estate, a commissionare uno studio di analisi cinematica all’Università di Milano per la caduta delle rocce. " La ricerca - ricorda il pubblico amministratore - confermò la pericolosità dell’area e noi, più di una volta, abbiamo avanzato osservazioni critiche all’iter in corso per la realizzazione della cava, voluta dall’impresa “Novate Mineraria“, ma nonostante tutto ciò l’iter non è mai stato bloccato dall’amministrazione provinciale che è favorevole alla concessione. Ora l’azione del vento forte di questi giorni, unitamente al disgelo delle nevi in quota, ha rimesso in moto il dissesto".