Nell’avamposto dei disperati in fuga dalle bombe

Viaggio al seguito del convoglio partito da Lodi con sette mezzi stracarichi. Quindici volontari a Medyka, in Polonia, dove si rifugiano donne e bambini

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MEDYKA (Polonia)

di Mario Borra

Il cuore dell’Europa ferita a pochi passi da un confine che sta diventando di giorno in giorno, di settimana in settimana, una linea di salvezza da oltrepassare da parte di migliaia cittadini ucraini che cercano riparo dall’ avanzata russa. Siamo di fronte ad un esodo che sta diventando, anche sotto i nostri occhi, sempre più grande dove donne e bambini sono, loro malgrado, i protagonisti principali. Siamo arrivati dopo quasi 24 ore di viaggio, fatto di inevitabili imprevisti, lungo la rotta che molti stanno facendo come noi con auto e van proveniente da mezza Europa: attraversare l’Austria e la Repubblica Ceca e entrare in Polonia, nella regione carbonifera della Slesia, terra di profonda religiosità e di enormi tragedie della storia. Arriviamo con il convoglio partito da Lodi venerdì sera e formato da sette mezzi stracarichi di aiuti di vario tipo (cibo, medicinali, vestiti, giocattoli) nella zona più vicina all’area di guerra anche se al di là della frontiera in Ucraina, per ora le armi tacciono.

"Ancora per quanto?", si chiedono i tanti che hanno scelto di riparare al di qua della cortina che, in questo momento, sembra tanto essere tornata quella di ferro. Eppure si tratta di una guerra fratricida e gli occhi dei rifugiati fanno fatica a nasconderlo.

Nessuno vorrebbe più odiare o contrapporsi nell’epoca post-guerra fredda, ma tutti hanno paura che ora la cose possano precipitare. I quindici volontari dell’associazione Santa Francesca Cabrini hanno scaricato i quintali di scatoloni a Medyka, una delle piccole cittadine di confine trasformatosi in pochi giorni in avamposto della disperazione. Braccia e forza messi subito a disposizione nonostante il buio fosse già calato in questa fetta di Europa. Ma la provvidenza chiedeva una risposta celere e così è stato.

I pacchi sono stati stoccati presso un centro polifunzionale sportivo presidiato dalla polizia e dove sono raccolti gli aiuti che arrivano da diversi paesi vicini. Oggi non sarà un giorno più facile di quello di ieri né emotivamente più facile: la destinazione finale di questa mattina sarà Cracovia dove i furgoni, svuotati dai generi di conforto, accoglieranno una quindicina di persone che hanno già oltrepassato il confine e che vogliono raggiungere l’Italia dove abitano i parenti. Ma prima si farà tappa a Przsemysl, dove la concentrazione dei rifugiati è maggiore e dove i volontari stanno affrontando una situazione che sta diventando sempre più emergenziale.