Morbegno (Sondrio), 18 marzo 2019 - L’atto conclusivo del bando della Comunità Montana di Morbegno per la fornitura di piantine di vite a prezzo agevolato è andato in scena nei giorni scorsi con la consegna ai richiedenti da parte degli addetti dell’ente comprensoriale e della Fondazione Fojanini. Quasi 5400 le barbatelle ritirate dai viticoltori della Bassa Valtellina. Ciascun richiedente poteva acquistare da un minimo di 25 piantine di Nebbiolo Chiavennasca a un massimo di 75. Un esito completamento positivo per l’iniziativa della Comunità Montana a sostegno dell’agricoltura locale. «Grazie al nostro bando – sottolinea il presidente Christian Borromini – in questi anni alcune decine di migliaia di nuove barbatelle hanno trovato dimora sui terrazzamenti retici del comprensorio. Un’azione che, insieme alla formazione e all’assistenza tecnica, ha accompagnato lo sviluppo della nostra viticoltura che ora vanta un numero crescente di viticoltori e di produttori e nuove etichette che esordiscono sul mercato. Un plauso va agli agricoltori che in questi anni si sono impegnati e hanno investito».
Le iniziative promosse dalla Comunità montana di Morbegno per frenare il progressivo abbandono della coltivazione dei vigneti in un’area storicamente vocata, riconosciuta d’interesse per il microclima e il suolo, hanno sortito gli effetti sperati. Sia dal punto di vista quantitativo, con l’aumento dei vigneti e della produzione, che qualitativo, con i riconoscimenti e gli apprezzamenti ottenuti di recente dai vini della Bassa Valtellina, i progressi sono evidenti. «I benefici sono lì da vedere – conclude il presidente Borromini – abbiamo versanti curati e coltivati, un numero maggiore di persone, giovani soprattutto, che si dedica alla viticoltura, vini buoni e molte etichette. Senza trascurare i risvolti economici. Come ente pubblico siamo soddisfatti di aver accompagnato i viticoltori in questo percorso garantendo sostegno economico e assistenza tecnica attraverso gli strumenti più idonei, investendo soldi pubblici per la crescita del territorio».